giovedì 22 dicembre 2011

Dica 33

Non va mica bene così, dice uno.
In che senso?
Come in che senso: si spogli!
Scusi, ma perché?? Lei è medico, che mi dice queste robe?
Ma che medico e medico, fa lui, magari! E si intristisce.
Se mi abbraccia, gli regalo il pandorone.
Sopra, c'è la faccia di Silvio. Da quando ha dato le dimissioni, sta facendo pubblicità per farsi mettere come sostituto della Madonnina del Duomo durante il periodo del restauro.
E invece mi stupisce: dica 33!
Senti, gli dico, io qui c'ho i datteri che mi ballano le marimba. E da quando è suoneria da cellulare, mi buco le mutande. È una spesa! Allora: sei medico o no?!
E lui: Ohè, pirla. Apro la porta e ce ne sono mille, come te, chiaro? Quindi, nudi o via, menare, chiaro?
Senti, faccio io deciso. Se non ti do retta, cosa fai? Mi metti una pistola in bocca e mi spari?
Lui, serio: non in bocca, faccia da vitello. Avanti, dimmi 33.
Ma allora è medico davvero! Mi fido e mi spoglio.
No, pirla, ma cosa fai? Meccanico Alfa Romeo sulla linea di Pomigliano d'Arco. Reparto lamierati. Cassaintegrato nostalgico dei tempi del Boxer.
Ah, il cane?
Senta, fa. Le piace stare nudo?
Ehm...
Be', deve iniziare a piacerci anche a lei.
È la prova del salmone, te la insegnano il primo giorno di fabbrica: al freddo e controcorrente!!
È così che ragiona il lavoratore!!

Sì, il lavoratore, la corrente... elettrica!

(La battuta è stata suggerita da Marchionne. Ha i diritti in SIAE per tutte le battute sugli operai. Lui è uno che ha l'umorismo congenito: gli viene dal padre.
Nei corridoi della SIAE di Rho, inoltre, si dice che proprio al padre del CEO Fiat spettino i diritti SIAE sulla barzelletta dei 20 ebrei in 500 -Fiat, pubblicità occulta. Tra 3 anni, i diritti decadono: affrettatevi! Albano è già lì che conta le 1500 lire per comprarseli!)

lunedì 12 dicembre 2011

La crisi

Viene il dubbio che la crisi abbia effetti superiori a quelli che immaginiamo.
Una mia collega quasi sveniva.
E non stavamo neppure parlando della crisi, per dire.
Subliminale, ecco cosa succede. Tu non ci pensi, eppure tutto riconduce alle motivazioni profonde della crisi stessa.
Un esempio? Non è solo crisi economica, ma c'è di tutto: crisi di identità, crisi degli affetti.
Crisi degli affettati.
Un etto di prosciutto costa 2 litri di benzina.
Tac! La guerra del petrolio!
Tu mangi il prosciutto e muore Gheddafi.(Il prosciutto era quello del panino che gli è stato rubato. Stessa cosa per il famoso salame di Dongo. Durato pochissimo...)

Fatto sta che, per gestire il tutto, faccio una telefonata al Papa.
Lui si dimostra più che comprensivo.
Mi dice che devo cercare di gestire un traffico di ballerine nel mio ufficio.
"Tu c'hai gli agganci giusti, può venire una cosa fatta bene!"
Io gli dico che non posso, ma lui non capisce i no e sbuffa.

"Ok", gli dico: "facciamo che io mi licenzio, ma tu mi devi aiutare a trovare un posto di lavoro per bene"
Mi ha proposto di lavare le fughe delle piastrelle di San Pietro con lo spazzolino.
Ho fatto velocissimo e allora mi ha dovuto trovare un lavoro più lungo.
Quasi infinito.
Ora faccio ripetizioni alla signorina che pronuncia le stazioni della metropolitana in inglese.

"Nex top Santam Brogio", dico.
Lei mi guarda perplessa e non ripete.
"Male!", le dico io, "se non ti applichi ti faccio fare la fine di Bossi: imitare Jannacci dei tempi d'oro male"
Lei china la testa e parla coi nani.
Si sta applicando a imitare la moglie di Pupo.
E' anche molto brava.

Comunque. Se prendete la metropolitana gialla, all'altezza di Centrale, tendete l'orecchio alla signorina: dopo 'Sèntral Stèscion', si sente una frustata.
Sono io!

Il Papa mi invidia perché sente che il mio esercizio punitivo viene dall'alto!
Gli devo presentare una mia amica che lavora il cuoio e potrebbe fargli una frusta lunga 30 metri e 24 centimetri: il suo sogno è frustare il punk che esibisce il suo piccione ammaestrato sotto la sua finestra la domenica tra le 9 e le 12.45 (poi va a pranzo da Insinna).

martedì 29 novembre 2011

Le cose che funzionano.

La crisi c'è per tutti.
Chi ha dei figli, è nei casini. Costano troppo, e poi i genitori sono abituati a spendere, uscire, divertirsi.
Allora, affittano una tata.

I figli crescono disadattati.

Perciò, scrivono alla tv e la tv manda loro, vestita come una scema del 1934, tata Lucia.
Lei prende i bambini, prende i genitori, e causa loro dei forti traumi emotivi.
Del tipo:
Genitori, siete delle bestie e non sapete fare niente. I vostri figli cresceranno e saranno dei delinquenti.
Figli, i vostri genitori sono dei cani, e voi pure. Lo so, perché ho visto che fate la cacca in giardino e nessuno raccoglie.
Le sorelline minori brucano l'erba nelle aiuole, sì. C'è da vergognarsi.
I fratellini fanno dei saltelli, anziché camminare, e lasciano alle loro spalle palline di cacca.
La colpa è di Mc Donald's, ma quella è gente che almeno lavora.
Voi no.

Quindi, la tata Lucia Rizzi li mena e tutto torna alla normalità.

Il marito di Lucia Rizzi è francese. Ha messo il figlioletto abusivo avuto con una nordafricana in lavatrice.
E' da sempre un fan di Michael Jackson.

Ora, tutto è a posto e tutti sono felici.

domenica 13 novembre 2011

Io no.

Vado contro ogni singola questione sollevata sin da ieri sera.
Il Governo Berlusconi merita la stessa dignità dei governi che lo hanno preceduto.

E, inoltre, non è vero che non ha fatto niente, in questi anni. Che non ha saputo affrontare la crisi, l'occupazione, l'economia mondiale, il prestigio dell'Italia nel mondo, l'insoddisfazione dei giovani, le speranze svanite, le ambizioni sfumate, i sogni rimasti tali.
Non facciamoci trarre in inganno... da ciò che viviamo!

A me, personalmente, il Governo Berlusconi ha fatto del bene.


Prima ero stitico.

mercoledì 12 ottobre 2011

Sono molto felice.

La cosa inquietante dei sogni è che sembrano così veri.
E che, quando ti svegli, forse quelle cose lì le hai desiderate.
Allora.
Stanotte, ad un certo punto, ricevo una telefonata.
"Pronto"
"Sì, senti. Sono Berlusconi. So che non ti piaccio, ma tu non mi consoci. Vieni stasera a casa mia, e vediamo"
"Ok", dico.
La cena va bene, stiamo insieme, parliamo del Milan.
Lui mi promette che non mi prende in giro, io gli dico che è basso.
Ridiamo.
A un certo punto fa: "Se vuoi dormire qui, visto che io non ti riaccompagno, lì c'è Nicole che ti fa vedere la camera da letto. Ci dormo anche io"
Primo pensiero: questo mi incula.
Secondo pensiero: oh, questo qui si incula tutti.
Terzo pensiero: al bar vendono batida di cocco. Il barman è Roberto Castelli.
(E' un guardasigilli. Quelli di Stato sugli alcolici, mi dice Nicole. Io annuisco, lei è molto carina)
Be', fatto sta che mentre io ho un ottimo pigiama di flanella con gli elastici sui polsi e sulle caviglie, lui arriva vestito da sudamericano: orecchini di diamanti, collana con stemma della Mercedes d'oro al collo, accappatoio di spugna blu legato in vita che mostra un ventre gonfio e abbronzato, ciabattine di plastica della Champ.
"Vedi? ll tuo Presidente è così", mi dice.
Nicole si stringe nelle braccia e io non so cosa dire.
"Posso dirlo al bar?"
"Solo se c'è anche Gianni Morandi. A me lui piace molto, mi piace come si tiene in forma."
Scopro che il mito di Berlusconi è la plastica: ci vogliono i secoli per distruggerla.
Nicole è perplessa: se hai bisogno di qualcosa, mi dice, chiama Roberto Castelli.
VAdo al bar. L'uomo è molto gentile. Rimpiange il periodo di quando era Ministro della Giustizia. AVeva basato tutto il suo Ministero sulla ditta Campari & Rossi, di Sesto San Giovanni. Non ha funzionato.
Ma qualcosa di quel periodo gli è rimasto: guarda i sigilli delle scene del delitto.
"Quelli gialli e neri di CSI?"
No. Usano nastro adesivo da pacco, in Italia.
La crisi c'è per tutti.
Vado a dormire felice.

sabato 17 settembre 2011

Fantapolitica.

Il Paese è in crisi, soprattutto perché non investe.
Ora, alla base di ogni Paese in decadimento c'è il fatto che l'istruzione fa schifo.
Ok. Immaginiamo un possibile scenario per recuperare il lustro italico.
Io i ho pensato.
Berlusconi si dimette e poi dice: "A me mi hanno eletto, e siccome voglio ancora poter dire le cosacce nelle orecchie delle belle signorine, resto capo del Governo"
Va bene, la gente lo sa, a chi piace a chi no, ma chi se ne importa.
Al cittadino qualunque, se gli chiedi: "Ti importa?", il suo cervello dice: import- export. Al massimo, fa uno+uno e dice: "Cinese: pizzeria o ristorante?"
A questo punto, nuovo governo.
Letta fa riferimento a ben altre basi: partiamo dai giovani.
Cosa piace ai giovani?
Deduzione logica: il Ministero dell'Istruzione va a Claudio Amendola (piace anche all'opposizione).
La cerimonia ha un catering romano, il cuoco è Max Giusti.
A metà grigliata, Floriana del GF chiede un brindisi. Tutti ridono dopo che Scilipoti ha urlato Uaioming coi rutti. Quindi, le cose serie. Niente applausi.
Berlusconi si confessa: hanno scelto il Claudione nazionale perché è uno che sa tenere vivo lo spirito dei giovani. Da oggi in poi si chiamerà Claudione Cesaroni.
Lui accetta, a Francesca Neri le cose non sembrano tanto diverse.
L'unico che ci rimane male è Di Pietro: a lui lo show piaceva senza nemici politici.
Non importa. Lo guarderà lo stesso.

I vincitori del Grande Fratello ci sono rimasti male. Speravano di ottenere l'attenzione di Di Pietro tutta per l'oro. L'Italia dei Valori è un partito che abbraccia tutti, belli e Jonathan.

Ora, io non amo la politica e sono andato a ubriacarmi al bar. Volevo vedere se, bevendo un'intera bottiglia di ginepro, mi crescevano le foglie. Il pube ringrazia.
Fatto sta che ho basato la mia campagna elettorale sui rutti alla grappa. La barista si è innamorata di me.
Le ho fatto togliere il poster dei Cesaroni dal bar: sono geloso di Claudione Amendola.
L'ho detto in giro e lui mi ha telefonato (al bar, io non ho il fisso in casa: ho rubato nei magazzini il rame che la Telecom usava per l'ammodernamento e l'ho venduto agli zingari che adesso girano intorno a via Suzzani. Tronchetti si è offeso e mi fa l'embargo telefonico): vieni anche tu nel Governo. Ti puoi tagliare i capelli gratis e il vino costa poco.
Non sempre è buono, ma lo porta Di Pietro, è gratis.

Non vengo, ho risposto. Non mi piace frequentare la gente che ti tocca il culo negli orinatoi del Parlamento per farti toccare la ceramica con il pisello.
Non dire che non è vero, Claudione! So che D'Alema lo fa a La Russa e viceversa sin dal 1985. Occhetto li aveva ripresi, ma niente. Mi sento in imbarazzo a sapere certe cose!

venerdì 9 settembre 2011

Lapo mi ha dato un lavoro.

La cosa che mi colpisce di più di questi giorni è la difficoltà che ha Lapo di trovare parcheggio.
"Pisapia ha promesso tanto, che faccia qualche cosa anche per lui", verrebbe da dire.
Sbagliato: faccia il suo lavoro! Non è psicologo.

Il punto è che Lapo quest'estate è passato in vacanza in Puglia.
Solo che, in Puglia, c'è una grande lotta.
Da un lato, Nichi Vendola, che ha le sue promesse fatte agli elettori: vuole che nella stazione di Bari venga ripristinato il vecchio Vespasiano che aveva usato Badoglio e il Re nella fuga dell'8 settembre. La destra non vuole: perché riprendere cose così vecchie? La pipì falla a casa!
Di contro, però, c'è Al Bano Carrisi.
Al Bano si è scoperto omosessuale. Da quando l'ha scoperto (ha fatto l'amore con un contadino in una vigna) la moglie è tornata da lui: "Sei diverso da quando fai la pipì seduto, e per questo ti amo"
E lui: "Ma dagli acuti che facevo, potevi accorgerti prima! Addio. Mi fidanzo con un tralcio di vite: almeno lui non mi lascia"
Le cose entrano nel dilemma politico perché il viticoltore è del 37.
Al Bano è sempre stato uno molto conservatore. Infatti, ha promesso al suo uomo che appena incontra uno più vecchio, lo molla e va con lui.
"Sono gay, ma Berlusconi è di un anno prima di te: sono confuso da così tante informazioni. E comunque, no al Vespasiano perché la pipì si fa seduti. Io ho rovinato così tante relazioni, che spiace che i giovani facciano gli stessi errori".
Intanto, Lapo, nella tenuta di Al Bano, aveva mentito sulla sua età e l'uomo, nella vigna, ha provato a saltargli sulla schiena citando gli antichi greci.
Lapo ha un truma: da allora fa fatica a girarsi indietro, per questo parcheggia male.

Qualche giorno fa, mi suona il telefono di bachelite. E' lui: "Senti, ho saputo che sei un buon parcheggiatore in retromarcia: ho scoperto che i tuoi sono pugliesi... Ti offro 37.000 euro al mese, in Partita IVA: mi parcheggi la macchina?"
Io ho accettato, ma se pensa che mi mischio con lui, si sbaglia di grosso.
Ho subappaltato il lavoro alla Regione Puglia intera. Con quello stipendo, ci vivono in tanti.
Nichi Vendola fa quello che può, però è fidanzato e parlare di retromarcia lo imbarazza.
Anche perché Lapo parcheggia a Milano e, in treno, non conviene tanto fare Milano- Bari solo per parcheggiare un'auto. E' più i soldi che uno butta via in bottigliette d'acqua da mezzo litro che lo stipendio.

Pisapia non c'entra: da quando l'amministrazione milanese è in crisi, si è messo a guidare i tram.
Se passi da piazza Axum verso le 22.13, ti saluta scampanellando ma non si ferma.
Lo chiamano il tram del progresso.
Sopra, c'è solo lui.

mercoledì 7 settembre 2011

Uomini da marito

Visto che, con tutta questa crisi, non c'è lavoro, mi butto nella vita privata.
Se mi sposo con una donna facoltosa, con un po' di fortuna, mi ritrovo a fare la dama di compagnia al suo cavallo mangiabiada.
Solo che le donne hanno le paturnie, quindi ho pensato.
Io, come uomo in età da marito, mi sento molto a posto.
Diciamo che sono un buon esperto di calcio, di consistenza pasta De Cecco (sempre ottimo argomento di discussione nei bar) e di strutture in ega leggera per ombrelli.
Ogni tanto, pronuncio 'Novara' per darmi un tono. E' un suggerimento che mi ha dato Piero Angela, una sera mentre l'ho pizzicato a cena con Floriana del Grande Fratello.
Parlavano di Protoni e caramelle mou.
"Ciao, Pierone! Come sta quel pirla di tuo figlio?", ma ho creato imbarazzo.
"Novara!" ha detto Floriana. E tutto il ristorante giù a ridere.
Quelli sì che sono uomini.
"Gliel'ho insegnato io... " si è pavoneggiato lui
"Se il pubblico è duro, prova con Trecate. Sono le battute per l'elite culturale: ma ridono poco", ha concluso prima di digerire con un bicchiere di Braulio della Valtellina.
Comunque, nella classifica degli uomini da marito più desiderati, sono al 13 posto, prima di Ottavia Piccolo. Lei è contenta, molto, della sua posizione.
Haber meno, lui vuole arrivare primo e scalzare Lando Buzzanca.
Al 12 c'è Dolce Gabbana. Da quando hanno iniziato a fare la settimana vegana, una volta all'anno, stanno scalando la classifica. L'uomo piace all'uomo d marito. Soprattutto quando sono come quei due: uniti come un millepiedi.
Se fanno una canzone, mi hanno promesso che gli devo preparare i panini.
Io ho accettato, ma prima devono parlare con Bud Spencer. Tutti sanno quanto ami la cucina.
"Sono perplesso", ha detto Dolce Gabbana, "preferisco farmi quattro penne con Piero Angela. Mi sembra più salutare..."
"Quello è Lucianone Onder!", gli ho detto prima che Floriana facesse una scenata di gelosia e picchiasse Dolce Gabbana dopo essersi spalmata delle palline di pepe sbriciolate negli occhi.
"Novara!" ho gridato, ma non funziona sempre.

venerdì 2 settembre 2011

Vacanze.

Allora, alla fine si dice sempre: le vacanze, che bella roba.
Vero, verissimo, per carità.
In vacanza ci sono però le spiagge brutte e quelle con le persone nude.
I nudi giovani non ci sono mai, ma va be'.
La cosa che più stupisce dei nudi è che il loro è un talento sprecato. Nessuno di quelli che ho incontrato aveva la pettorina con il numero per il campionato mondiale di abbronzatura integrale.
Come mai, ho chiesto a un nuovo negro.
E lui: "Guarda, ci sono i finlandesi che non ci danno tregua. E' vero che loro sono bianchi e biondi ed è uno svantaggio, ma hanno il sole continuato per 6 mesi e pam! Ci fregano"
Infatti! Come dargli torto? Abbiamo fatto un esposto alla Camusso, ma ci ha detto che non a tempo e che ci vuole un controaltare.
In nordafrica non sono andato. Per non cadere nel tranello del razzismo. Mi sembrava per lo menos cortese.
Intanto, mentre coi nudi ero spiaggiato sulla sabbia, ho pensato: "Quella donna lì grassa e nuda com'è, sembra una balena. Cacciamola!"
I nudi di solito ci tengono alla natura e gli è saltata la mosca al naso: "Ma come? Non lo sia che sono animali protetti?"
"Sì, ma io dico di cacciarla via di qui: mi occlude la vista come le dita di un bambino piccolo occludono la produzione di palloni di Dolce e Gabbana!"
"Per questo c'è lo sciopero del calcio?"
"Sì, non hanno fatto in tempo a finire e Totti si è arrabbiato. Ha telefonato a Paola Marella e gli ha detto: "Senti, Paola: io senza quel pallone lì non gioco. In Italia, vogliono darci i pallone Tango e mi vergogno"
E lei: "Ti capisco assolutamente. In Italia non c'è più gusto"
Pum: sciopero.
Comunque, io ero per lo spostamento della donna cetaceo, i nudi no.
Loro dicono che gli animali sono da tutelare, soprattutto quelli in fin di vita della specie.
"ok", ho risposto io, "ma io voglio cacciarli, perché mi piace il filetto di balena. Come la mettiamo con le libertà individuali?"
Lui non ha saputo rispondere.
Alla fine, faccio quello che voglio io: caccio tutti, balene, cerbiatti in amore, anziani.
Prima o poi finiranno e, se le cose andranno come dicono loro, sarà mia premura chiedere scusa.
Ma prima voglio le prove.
Paola Marella è anche lei con me.
L'unico problema è la galera. Se ci beccano a cacciare di frodo, ci mettono dentro.
La cella sarà piccola, ma la Marella è una brava in queste cose.

Settembre.

Settembre è un mese importante: ricomincia tutto.
Ora, sin dal 1976, i migliori a cominciare sono gli studenti dell'Istituto di ballo per ciechi "Il Piccolo Lord" di viale Monza. Basta che trovano l'aula e già sono bravi. 8.
Le materie che insegnano sono principalmente ballo e mantenimento della forchetta lungo un piano pieno di sapone inclinato di 28 gradi.
Ma Celsius.
Come ci riescano, nessuno lo sa. Del resto, i ciechi sviluppano qualità incredibili.
Fatto sta che, in capo a 3 anni, vai lì e ti diplomi giornalista.
Come primo impiego, per vedere se sei bravo, ti mandano in Abruzzo a pascolare le capre.
Altri, li mettono a smontare i picchetti della Falck: è patrimonio dell'Unesco, la fabbrica non c'è più da 20 anni, ma non sono molto legati alle tradizioni.
Gli incidenti sul lavoro sono gli stessi.
Quindi, dopo il praticantato, il tirocinio fa schifo, loro cambiano idea e si mettono a spingere le balle di fieno in direzione Ospedale Sacco di Milano.
"Il mondo del giornalismo è malato, almeno i medici ci trattano bene. Un uovo al tegamino, qui, ci scappa sempre", dicono. Come dargli torto?

Io mi sono diplomato al Beccaria, liceo classico. La cosa che mi piaceva di più era la materia di Smontare il motore della vespa.
Andavo malissimo: era in greco antico.
In realtà il liceo classico insegna il lavoro più vecchio del mondo: il meccanico.
infatti, la macchina va a benzina sin da quando l'hanno inventata nell'800 e non è mai cambiato nulla.
Persino le punture ora sono usa e getta, la macchina te la tieni 10 anni.
Fate le punture a benzina! Durano di più.
Fatto sta che i meccanici che escono dal liceo classico fanno schifo: e ci credo! La scuola dura 5 anni, loro ci mettono a imparare il greco antico 5 anni... mi spieghi quando hanno il tempo per leggere il manuale di istruzioni della Vespa?
Possibile che nessuno lo abbia mai tradotto?

Uno solo lo ha fatto: D'Annunzio. Solo che poi ha mischiato le lettere ed è venuta fuori la poesia Pastori.
Da qui il tirocinio e il successo della scuola Piccolo Lord.

mercoledì 27 luglio 2011

L'attesa della camomilla

Aspettare che l'acqua si scaldi è come bere una birra sgasata.
Ti passa la voglia.
Il mio problema non è tanto legato alla camomilla ma al fatto che porto gli occhiali.
Quelli che non ci vedono bene, dipendono dalla vista più che dal palato.
Io guardo la pasta che si cuoce e non l'assaggio.
Mi fido del colore.
Lo faceva anche Picasso.
Il periodo rosa.
Io, salato.
L'ho letto in un libro, deve essere vero. L'autore l'hanno ritrovato sulle rive del Ticino che faceva la corte a uno scoglio. Ti pettino diversa, diceva, ma ti riconosco. Bellissima.
E giù a limonare duro come adolescenti che mangiano i panzerotti.
Fatto sta che io delego tutto alla vista.
L'altro giorno, incontro Federica Villani che mi fa: "Porti gli occhiali per moda o perché ci vedi male?"
Io non le ho creduto e le ho risposto: "Blu"
Non ha capito la mia risposta e mi ha rotto gli occhiali.
Fine della vista e delega ritirata.
Ora, mi ritrovo a mangiare solo pasta scotta.
"Non c'è nessunissimo problema", mi fa la Villani. Voleva essere invitata a cena. Si è tolta i suoi, di occhiali, ha sfilato le lenti con un colpo dello zoccolo, e ci ha messo le mie. Ma erano diverse: le mie quadrate, le sue rotonde.
"Non c'è nessunissimo problema", ha preso le mie lenti e le ha ficcate a forza dentro. Quindi, con dello scotch di carta ha tappato gli spazi nella montatura che rimanevano vuoti.
"Così provi intanto come stai con questa montatura; se poi ti trovi bene, mi chiami e io lo dico al mio amico che lavora al mercato ittico di CAMM; lui trafuga le lenti a contatto dagli occhi dei morti nel cimitero di Novara. Si trova bene, non si è mai lamentato nessuno; solo, le lacrime artificiali dei morti, quando le metti su, ti fanno vedere delle cose strane.
Cataratte"
"Bene, siamo a posto così" ed è andata via.
Sono due giorni che vomito: le lenti sono al contrario e cammino male.
Ma so che se dico alla Villani che non mi trovo bene, lei mi ride in faccia e mi costringe a passare tre giorni chiuso in cantina con il barista che fa i panini poveri del Giambellino. Io lo so che è un brav'uomo e lo fa per la famiglia, tuttavia non posso sopportare che per fare la bresaola si limi le ascelle.
"Ma è di qualità superiore e io non voglio sapere da dove viene", dice la Villani: "Mangia!"

L'uomo del bar adesso ha una bresaola di qualità superiore.
Io ho male a una coscia.

La mia ragazza non lo sa, che mi ha bresaolato la coscia. Pensa che sono andato al mare con la mia amante e che non ho messo la protezione solare sulle chele.
Io non le dico niente, perché sono convinto che se le dico la verità divento omosessuale.
Gli alieni non esistono, la bresaola non le piace.
Sono in un bel guaio!

venerdì 22 luglio 2011

L'invida degli hobbies

Da quando uno è a casa, prova invidia.
Io invidio profondamente chi ha i lavori poco impegnativi.
Un mio amico conta le teste dei cinesi in via Polo Sarpi.
Solo che, visto che beve, perde il conto. Son passato ieri da casa sua ed era a 72 e 1/2.
L'ho guardato perplesso.
"E' un cinese fan di Fellini"
Va bene.
Se era Scola no, ma Fellini ormai è internazionale.
A me non è mai successo.
Per riprendermi da questa invidia, ho deciso che avrei passato il mio pomeriggio a parlare con il pescivendolo di Porta Ticinese dei miei problemi d'infanzia.
Lui mi dice sempre di no, mi vuole cacciare, ma in fondo ama i miei ricordi.
Mi sdraio sul bancone e parlo per circa mezz'ora e mezzo di quello che ho fatto nel Natale dell'85.
Le donne si fermano ad ascoltarmi quando parlo della mamma che stirava le camicie a mio papà mentre lui le indossava.
Che donna di polso, dicono ridendo.
Poi mi dicono che sono la loro orata preferita e mi pagano 89 cent al kg. Il prezzo non è alto, del resto abito lontano dal mare.
Io vado via con loro lo stesso, tanto il pescivendolo ci guadagna col peso.
Solo, che poi ogni sera devo togliermi le scaglie dalla schiena e viene fatica.
Le donne lo fanno con un rastrello e mi obbligano a stare zitto.
A me non piace per via che mi fa sentire un uomo oggetto, ma non posso dire niente.

Brad Pitt ha le scaglie del capitone su un braccio. Angelina Jolie è gelosa.
Per la Aniston lui si era fatto crescere la forfora.
Per non saper né leggere né scrivere, una sera al bar di Ripamonti, ero con loro e ho detto: "Angiolina, le emorroidi a che punto sono nella tua classifica?"
"Nessun uomo me le ha mai regalate...!"
"Io sono uno possessivo: non le regalo, però so farle suonare come nacchere!"
Dietro un cespuglio c'era la Cipriani che è impazzita.
"Ti amo, papà!" ha gridato. Io non sono suo padre ma non sto a sottilizzare.
SOno andato da lei.
Sì, ho lasciato subito la Jolie in brodo di giuggiole proprio nel momento in cui mi dimostrava il suo amore facendosi installare due maracas nel labbro inferiore.
Dopo questo gesto, tutti si dichiaravano pronti a vestirsi dei velluti che si usano per segnalare la presenza di un morto solo per lei. Ma lei niente: non aveva occhi che per me.
L'ho lasciata. Le donne troppo collose non le sopporto.
Poi, lei è una che si agita nel sonno: la sabbia nelle maracas non mi avrebbe fatto dormire.

Ora sono fidanzato con la ragazza che lecca i francobolli giù al tabacchi di piazzale Baracca.
E' ancora in forma, nonostante il lavoro. Come mai?
Lo so. Nel tempo libero si allena a sparare i chiodi in fronte ai vitelli al macello di Lambrate.
Fa a gara di velocità con Alba Parietti.
Si rilassano, io sono contento che abbia amicizie sane.

giovedì 21 luglio 2011

Il problema della disoccupazione.

Il problema della disoccupazione, in Italia, è la digestione.
Vero.
Il disoccupato non lavora, quindi si fidanza con una ragazza brava, carina, che lo ama e lo ingrassa.
Solo che poi si stendono insieme e lui non digerisce.
Le galline sono felici dentro le gabbie, il disoccupato no.
Per questo nasce il Fascismo. Da una situazione di disoccupazione indigeribile, ecco l'ammirazione per il popolo della Roma che fu: loro stavano sdraiati sul triclinio e digerivano lo stesso.
Come?
Non si sa.

L'altro giorno, sotto casa, incontro uno che esce dal tabacchi e mi fa: "Ho inventato la macchina del tempo"
Bene, dico io. Bravo. Mi fai fare un giro?
Potevo andare nel futuro a scommettere sui cavalli, ma ho deciso di andare a parlare con Lucullo.
Volevo dirgli: "Lucullo, se mi spieghi come fai a digerire sdraiato, io ti dico chi ha vinto il Mondiale del 2006. Tu lo scrivi su un vaso, lo lasci a Pompei e noi lo troviamo. Tanto coi tempi ci siamo. Diventi meglio di Nostradamus"
E lui: "Nostradamus qui est"
Va be', ho risposto. Se dobbiamo partire dall'ABC, ci mettiamo sei mesi.
Pensavo fossi più intelligente... chissà come mai non ti sei ancora strozzato con una banana.
Poi mi ha invitato a cena e ho scoperto che uno schiavo gli sbatteva un badile sul ventre dopo mangiato. Lui sempre sdraiato sul triclinio.
Faceva dei rutti che neppure all'esame di maturità per ingegneri sismici.
Bravo, gli ho detto. Penso che potresti essere un buon senatore della Seconda Repubblica.
Non ci credeva.
Già, noi votiamo così. Li mettiamo tutti nudi davanti a Montecitorio, loro fanno una gara di rutti e quello che arriva più vicino (misto di rumore e odore, sia chiaro) al Quirinale, entra nel Governo.
Così è nata la Lega di lotta e di governo.
La gara delle tette, che non è esclusiva per le donne, vale solo per le Regioni.
Lucullo ha ammirato la civiltà del futuro e mi ha invitato a fare un viaggio a Pompei.
Ho guardato l'orologio, ho visto che con l'eruzione c'eravamo quasi.
"Io non vengo", ho detto. "ho un problema di vescica e il pavè mi fa male. Ma so che sei molto amico di Cesare. Suo figlio potrebbe diventare un capellone e dargli dei dispiaceri. Mandaci lui a Pompei che, prima o poi, in un modo o nell'altro, le cose si risolvono"

Intanto, già che c'ero, ho pensato di risolvere un paio di questioni politiche.
Ho fatto un salto nella macchina del tempo, per presentare Muccioli a Giulio Cesare.
La storia d'Italia è degenerata con la corruzione dell'Impero Romano; sai mai che quell'uomo lì poteva risolvere le cose prima di fare tutto il casino che è successo dai Savoia in poi.
Ma poi, forse, avrei fatto meglio a chiamare Steve Jobs.
Li ho lasciati soli a parlare.
Un giorno, gli porto anche Tonino Di Pietro.
Speriamo bene.
Salute!

Borghezio è in Europa, davanti a tutti. Ma non si sa a quale competizione abbia partecipato.

sabato 2 luglio 2011

Il primo sabato di luglio.

Nella notte, mentre sogno che Gesù è donna e mi sta per rivelare la vera storia d'Occidente (Annibale era gay e le Forche Caudine sono state la prima versione del Bunga Bunga berlusconiano), mi sveglio.
Fuori piove, ma non è quello il problema.
Il punto è che il citofono suona.
Mi alzo.
"Sì." dico. Non sono gentile, ma voglio vedere chi è gentile a quest'ora.
I testimoni di Geova, forse. Ma non conosco nessuno che va a citofonare ai testimoni dei Geova.
"Senti, sono Mike Tyson, ti aspetto giù, vorrei parlarti" mi fa.
"Va bene, Mike, arrivo. Ma non è possibile che ogni sabato vieni qui e citofoni. Devi darti una regolata oppure va a finire che ti mando a reggere gli aquiloni ai bambini senza braccia dell'ospedale psichiatrico."
"No, gli aquiloni no, sai che ho le vertigini al contrario"
"Va bene, allora ti faccio assumere da Rocco Siffredi"
Da quando non lavora più come attore, Rocco lo impiegano come elastico umano per il bungee jumping sul ponte del Lambro verso la centrale. Per tirare su la gente, una donna lo eccita e il suo membro fa da argano.
Al Bano è invidioso. Solo che lui parla in dialetto e Rocco in inglese: è un punto nel CV da cui non si scappa.
"Prendo un ombrello", dico a Tyson.
No, dice lui, non ti preoccupare.
Ormai sono 3 mesi che faccio l'ombrello umano -tu stai fermo, io prendo a pugni le gocce che cadono sopra la tua testa e non ti bagni. Sono uno piuttosto bravo- e oggi non ho problemi si soldi: te lo faccio gratis.
Va bene, dico, e scendo.
La pioggia non mi bagna, ma Tyson sputa. E' uguale.
Cosa c'è?, dico. Lui scuote la testa e fa il timido.
Andiamo al bar con le prostitute, le saluto e ordiniamo due caffè.
Lui mi guarda: "le conosci tutte, non vorrei che gli dicessi i miei segreti"
Non le conosco, ma non glielo dico: lui si fida.
I suo segreti non interessano a nessuno.
Il problema è che lui aveva una cotta per Rosanna Lambertucci, ma lei non ne vuole più sapere.
Ha detto che ha provato a rimetterlo sulla giusta via (lui è sempre stato uno violento, ma l'amore cura tutto) con una dieta povera di sale. All'inizio andava tutto bene, poi però lei lo ha scoperto che leccava il sudore dai corpi dei suoi avversari.
Volevo solo condire l'insalata, le ha detto.
Lei non ci ha creduto ed è tornata dal suo vecchio amore: Agassi. Almeno lui è sincero e ha smesso di brucare le aiuole, da quando ha accettato la sua calvizie.
E comunque, almeno, la sua dieta era migliore della tua, ti lascio.
Senti, allora, gli ho detto. La Lambertucci io lo sapevo che era una fissata. Dovevi fare l'amante della Panicucci: ha già un uomo, chiede poche cose, non grida, si comporta ancora bene e coi capelli che ha puoi anche riempirci i cuscini. E' comunque un bel business.
Ma tu no, hai deciso di fare questa cosa dell'ombrello umano. Per carità, l'imprenditoria va sempre incoraggiata, ma la Lambertucci è una donna piuttosto impegnativa.
Lui si deprime.
Allora, facciamo così: vai da Agassi, gli dici che ti mando io, gli chiedi indietro quei 273 euro che gli ho prestato quando siamo andati insieme da Mc Donald's in piazza Duomo e, visto che non ce li ha sicuro, occupato com'è a comprare lamette da barba all'Esselunga di Baranzate -del resto, se ti tagli i capelli anziché la barba, le lamette si spaccano-, gli spacchi una mano. Poi così siete pari.
Li mi ha guardato contento, la soluzione gli piaceva, poi ha fatto dono a una prostituta di un anello con un orecchio al posto del brillante.
Era ancora caldo.
Forse ad Agassi piace il sadomaso e i soldi non me li darà mai.
Devo mettermi in affari con Gambadilegno. Almeno, mi offre due noccioline e non mi sveglia di notte, che è occupato a lavorare.

lunedì 27 giugno 2011

Ho visto le nuvole.

Quando uno lavora, pensa sempre di avere delle idee bellissime che però non può sviluppare.
Io, da quando non lavoro più, non ho più idee.
Per esorcizzare la cosa, accendo la tv. Anche lì c'è gente senza idee che lavora e guadagna un sacco di soldi. Non aiuta, ma mi consolo.
Con solo, un ossimoro.
E allora mi deprimo e penso che dovrei essere unico. Ma mi accontento di essere anche soltanto raro.
Allora, per fare quello diverso, non tolgo la felpa nonostante i 40 gradi all'ombra e decido di promuovere un deodorante che non ti fa puzzare.
Non è vero, ma tanto alla televisione l'odore non si sente e le ragazze, che mi credono intelligente, si buttano ai miei piedi.
Nel contempo, visto che sono uno dalle vedute larghe, dico anche che ho inventato un dentifricio che ti lavi i denti il lunedì e il venerdì hai ancora l'alito fresco.
Io vivo da solo e la sera torno a casa e mi lavo, ma nessuno lo sa.
Il mio deodorante costa 4.327 euro. Il dentifricio, se prendi il deodorante, te lo regalo.
Il vantaggio è la spedizione: te li porto io a piedi da Cremona (Milano- Cremona però ci vado in treno), così che possiamo conoscerci di persona.
Il rapporto con il venditore deve essere intimo.
Così ci strusciamo le ascelle sull'uscio di casa per condividere un deodorante: è una manifestazione di stima e affetto.
Una volta un signore mi ha chiesto di strofinarci gli inguini.
Io non ho accettato, mi sembrava troppo. Poi ho scoperto che lavorava ai mercati generali di Milano, all'ittico di CAMM. Ho accettato, conveniva.
Mi ha regalato per quel lavoro lì un kg di cernie.
Erano pre muro di Berlino, ma sembravano ancora belle.
Lui per convincermi ha tirato un morso alla testa della cernia e gli è rimasto su attaccato un molare d'oro. Ho pianto.
Io, da piccolo, ho decapitato il pesce rosso di mia sorella.
Fatto sta che ho deciso di sviluppare la mia creatività da disoccupato in altro modo.
Da allora, il pomeriggio, mi sdraio sul prato dell'eliporto di Bresso e mi fermo a guardare le nuvole bevendo Campari e mordendo teste di cernia.
I vecchi mi chiamano barbone, ma io faccio due esperimenti.
1. vado al bar a ricaricare il Campari e cerco di capire quali delle ottuagenarie presenti possano farsi convincere a praticare un lifting al seno per la cifra di 2.346 euro+IVA (opero io, senza licenza. Il problema è che loro pensano sia un'avance e non mi pagano. Mi chiamano uomo oggetto, io le chiamo donne posacenere. I loro mariti pensano che io sia Gesù perché non fumo).
2. Mi metto al sole non tanto per vedere se l'alcol mi sale prima in testa, quanto per capire quale sia la quantità necessaria di Campari per sudare rosso. Ho bevuto 2 litri, e niente. In compenso, sono il primo uomo sulla terra con la lingua fatta di truciolato. Lecco l'erba per sentire in bocca la pasta del capitano e sono contento: mi sento dello show biz.

Mentre esperimento, guardo le nuvole e cerco le idee geniali che avevo quando lavoravo. E' vero, assumono le forme più strane e poetiche.
Mi sento come un adolescente alle docce della stazione Centrale: non so proprio dove guardare.
Ma è questione di fantasia, dipende da quanta ne hai.
Ne ho vista una che sembrava la parte posteriore di un'apparecchiatura elettrotecnica in vetroresina. Mi sono chiesto se avesse una buona conducibilità elettrica.
Fine del Campari, fine della fantasia.

mercoledì 22 giugno 2011

Chi dorme.

La mattina suona la radiosveglia e cantano i Pooh.
Li celebrano perché sono morti, penso.
Un incidente automobilistico che li consegna alla storia.
Ma poi mi dico che non possono morire, altrimenti li avrebbero già uccisi.
Quindi, visto che non ho nessuno che mi mette fretta, cerco di imparare a memoria la loro canzone.
(Roby Facchinetti non vuole essere chiamato nonno, ma Papone. Povero bambino: già sua mamma è la Marcuzzi. E poi esistono i detrattori di Freud...)
Sapere a memoria le cose è importante. In generale, ogni giorno, cerco di memorizzare almeno 1 parola nuova.
Oggi è respargimentazione. Non so che cosa significa, ma ognuno ha il diritto di coltivarsi i suoi hobby.
Il mio hobby di luglio sarà l'accalappiamento delle mosche tramite utilizzo di sabbietta per gatti usata. Ho letto su un giornale free press che è una tecnica molto usata in Australia.
Chi ci è andato, me lo ha confermato.
Tanto le mosche amano la merda e non conoscono il nord e il sud.
Tu cerchi la mosca, aspetti che si fermi, quindi la ricopri di felina.
Visto che le mosche sono contente, i gatti anche, ho pensato che fosse un buon modo per instaurare nuovi rapporti.
Ho conosciuto una ragazza. Le ho raccontato che vedo le nuvole a forma conica, utilizzabili secondo le mie più moderne teorie per praticare, artigianalmente e senza licenza, la blefaroplastica. Ci siamo baciati prima ancora di dire stica. Ero a blefaro e l'avevo già conquistata.
Mentre dormiva, ho preso la sabbietta dei gatti (2, grassi) della Chiaretta e gliel'ho versata sulla nuca. La tecnica ha funzionato, ma lei non ha apprezzato.
Poi, ho dovuto bruciare il letto, ma con le manifestazioni di questi giorni sono andato su Libero (mi hanno fatto assomigliare a Che Guevara, ma coi baffetti da Hitler: sono bipartisan, loro) e la cosa si è rivelata comunque utile.
Per cercare di capire a meglio il fenomeno, ho fatto la stessa cosa al bar.
C'è una barista nuova.
Una birra, ho chiesto. Lei si è girata e VUM! Un attimo: la nuca piena di sabbietta.
Lei mi guarda e mi dice: ti amo perché sei impulsivo.
Io accetto di buon grado, la bacio e, per vivere felici in Equador coi soldi dell'assicurazione, diamo fuoco al bar.
Libero mi ha dato un anticipo sull'anteprima dell'incendio e un accenno a Primavalle. Dovevo comunque rendergli conto: dopo il primoa rticolo, abbiamo instaurto un buon rapporto dare avere.
La cosa però non è stata indolore.
Ogni mattina, mi sveglio e chiamo la mia amica Chiaretta per conoscere le vicende intestine dei gatti. Lei però ormai sa che sono io e non mi risponde più.
Ha trovato un lavoro e non vuole darmi il copyright. Infatti, la sabbia tira un casino e so che lei la rivende alla società Autostrade perché è un'imprenditrice della Salerno Reggio Calabria. Più i gatti cagano, più dura l'asfalto. Li purga facendogli mangiare le crocchette al tonno e prugne.
Son due giorni che il suo fidanzato sta male.
Lei è molto felice: ha il comando della tv.
Il problema è che io per chiamarla dall'Equador dove come lavoro brucio i bar e le automobili che compro per truffare la assicurazioni spendo un sacco di soldi. La Chiaretta non risponde ma ha la segreteria telefonica.
E' comunque business, io la capisco. Anche moralmente, ha ragioni valide.
Preferisce fregare lo Stato che aiutare me con le donne.
Ognuno è fatto a modo suo.

Vita da casa

Ora che non ho più un lavoro sono preoccupato. Non tanto per i soldi, o per il cibo.
Finché un uomo ha una mamma, non è mai single.
La cosa che più mi preoccupa è che divento uno di quelli che sono attivisti. Finché uno c'ha un lavoro, mattina e sera pensa a quello e via. Appena uno resta a casa, pensa e va in piazza.
Io non ho niente contro quelli che protestano, anzi. Bravi!
E batto le mani. Da casa.
La cosa però -è un problema- che a me mi è sempre piaciuta è veder consumare le candele. In piazza, non posso farlo: c'è vento. Poi, in questi giorni qui, capita che è anche umido e fa caldo. Quelli della piazza mi vedono e mi dicono di spegnere ché fa ancora più caldo.
In Grecia, infatti, usano i laser. Da noi, i laser, li usano allo stadio.
Forse, è che noi italiani siamo confusi.
Io, visto che amo veder consumare le candele, ho scritto ad Alberto Tomba. Lui è uno dei più grandi consumatori di cera per candele esistenti. All'inizio, quando era giovane, faceva lo slalom non coi paletti ma con gli stoppini accesi. Visto che era povero (ha fatto il Carabiniere perché in una manifestazione aveva sentito lo slogan la disoccupazione), sciava nudo.
Le foto non sono mai venute fuori. Io ce lo ho salvate tra le foto della cresima di Paolo Bordigoni.
Comunque, anche i suoi erano poveri e non potevano permettersi l'abbonamento per le piste. Quindi si allenava di notte, nudo, e spegneva gli stoppino quando passava facendo i peti che chiamavano la congestione. Se si appartava per espletare la purga, il padre controllava le candele accese , lo beccava e lo purgava di più.
Devi imparare a soffrire, gli diceva. Lui, al padre, era molto legato. Per seguire questo insegnamento da grande, ha cambiato allenatore e papà.
Ha imparato a purgarsi da solo a 27 anni.

Il padre di Tomba ha allenato con la tecnica delle purghe anche Totti.
Si volevano molto bene.
Tomba non ha mai risposto alle mie lettere.
Io non me la prendo: condividere le passioni è come condividere le donne. Qualcuno si tira sempre troppo il lenzuolo.

domenica 8 maggio 2011

L'inizio della fine: venerdì sono disoccupato.

L'ultima settimana di lavoro comincia domani.
Non mi lamento, per carità. Non mi piace affezionarmi alle persone, figurati ai posti di lavoro.
Però, la sedia era comoda.
Poi da settimana prossima ho un impegno. Ho messo gli occhi sulla ragazza cinquantenne, sola, del circolo bocciofilo che versa il barbera con la mano sinistra. La destra, ha subìto l'amputazione del pollice. Se riuscisse a prendere il bottiglione da 3 litri, mi stupirei e le direi subito: "Ti amo".
Questo non succede. Però, una con un'abilità così è da sposare subito.
Infatti, già ieri, ho pensato di illuderla parlandole di matrimonio.
Lei ha fatto cadere il barbera di un signore anziano che l'ha colpita più volte con gli incisivi da passeggio.
Bene così, è giusto che si abitui. Io, i miei incisivi, li uso anche contro gli ausiliari della sosta.
Loro spesso mi ringraziano per non aver usato i molari. Quella è gente che ha capito come va il mondo.
"Come stai?"
"C'è chi sta peggio", dicono.
"Chi, ad esempio?"
E indicano prima i cartelli della Moratti, poi fanno vedere i glutei. Lindi, rosei.
E allora?
Se fanno troppe multe, visto che siamo in campagna elettorale, la Letiziona la sera li chiude nella stazione degli autobus di viale Sarca e li fa picchiare dagli odontotecnici.
Quella è gente che coi denti ci lavora e sa come usarli senza lasciare lividi.

Comunque, l'ultima settimana di lavoro mi fa stare male. Anche l'autostima ne risente.
Io, per sentirmi meglio, allora vado nei sottopassi della stazione Garibaldi, di notte, e seguo le ragazze. Mi metto gli stivali coi tacchi di legno, così che si senta nettamente che sto arrivando.
Loro hanno paura, io batto più forte e le faccio scappare.
Non lo faccio per loro, ma almeno mi fanno sentire qualcuno.
Grazie. Poi torno a casa e, per addormentarmi, mi conto i molari. Undici, perfetto.
(Sì, la donna che mi dorme accanto è Letizia Moratti. L'altro suo amante è un odontotecnico che ci prova con me. Non avremo mai una relazione. Io accetto i denti che strappa agli ausiliari in regalo, per non offenderlo: alla fine la strada ormai l'ha fatta)

Resta il fatto che la ragazza del barbera ha un debole per me. Ma non posso dirlo a Letizia prima delle elezioni. Non mi piace sentirmi responsabile di una eventuale debacle.
Spero che vinca, così mi tolgo un peso dallo stomaco e posso non lasciarla più perché è una fallita.
Ma se crede che poi la aiuto a fare il sindaco -viste che sono stato il più grande organizzatore della salsicciata di Bollate- non ha capito l'antifona.

La mattina mi sveglio e mi tocco la barba da pedofilo. Dovrei tagliarla?

mercoledì 27 aprile 2011

Ho capito il mio lavoro (a delinquere).

Il mio lavoro è così: io chiamo delle genti che amano la televisione, parlo con loro e mi informo un po' su quello che fanno, quello che gli piace, quello che no, la loro vita standard.
Poi, le genti che amano la televisione, gli dici: volete venire da noi, ché vi controlliamo per capire se c'avete la faccia giusta?
Loro dicono di sì, io sorrido alla cornetta del telefono e siamo felici.
Ci servono tot persone ogni tot giorni.
E fin qui, il lavoro. Come quando scopri dei soldi in una giacca invernale e li spendi, senza averlo deciso prima.
Poi, arriva il giorno in cui hai dato l'appuntamento a queste genti che amano la televisione, e scopri che alcuni nel tuo ufficio (Marzullo e la Villani) scompaiono.
Dicono che vanno a fare il castin, e dopo un po', tornano con delle valigie enormi che hanno riempito 'durante il castin'.
E va bene così.
Loro tornano, sembrano felici, il castin può essere andato più o meno bene, ma tutto ok, dicono.
E io e Paolo, nell'ufficio, non ci preoccupiamo e chiamiamo ancora degli sconosciuti, facendoci i fatti loro e parlando con loro come se fossimo amici amici amici.
Poi tu basta che dai confidenza a uno e anche se non lo hai mai visto, sembra che siete disposti a saltarvi sulla schiena vicendevolmente.

A me sembra che tutto sto casino, loro (Marzullo e la Villani) lo facciano con uno scopo preciso.
Noi chiamiamo le genti che amano la televisione e gli diciamo: venite qui, ché vediamo se voi piacete alla televisione. Loro vengono e loro (Marzullo e la Villani) -contemporaneamente- vanno via e tornano con la valigia piena di castin.
Sempre.

L'altro giorno, ho chiamato al castin uno che poi si è presentato con la Jaguar.
La Villano e Marzullo si sono guardati e si sono sfregati le mani.

Dicono che vanno a fare i casting, loro (Marzullo e la Villani).
A casa mia, si chiama rubare.

martedì 26 aprile 2011

Il lavoro ci renderà.

Il contributo di ogni lavoratore si trova nella pausa pranzo.
Quanto più uno sta fuori, tanto più contribuisce all'azienda.
Su otto ore di lavoro, quattro sono in pausa pranzo, due sono in bagno.
In realtà, io mi annoio, ma non lo faccio vedere. Altrimenti, l'azienda ci resta male.
Una mia collega, è stata in pausa sei mesi. E' tornata e non l'hanno più voluta.
Si sono offesi: doveva stare in pausa di più.
Lei per ripicca ha chiamato Fabrizio Corona per minacciarli: se non la riprendevano, lui faceva i rutti e le scoregge in dialetto. Vale doppio: primo perché si offendono i terroni, secondo perché si offendono i rutti.
I rutti sono molto permalosi, si sa. Sono i cugini cattivi dei nani e non sanno stare agli scherzi.
Loro, quelli dell'azienda, l'hanno ripresa dentro -Corona è uno che ci sa fare- e la spediscono in Germania a lavorare.
Lei, in fondo, è felice. Oggi abbiamo mangiato insieme e lei ha deciso di prendere la palla al balzo. Ha ingoiato un chilo di vernice arancione e ha fatto, in redazione, il classico rutto a bolla.
Tutti hanno applaudito mentre l'ambulanza la portava via.
Nel mio ufficio, il suo sorriso sostituisce l'occhio di Napolitano.
Ne siamo fieri.

Io, per non saper né leggere né scrivere, ho deciso di sposarmi con la ragazza del bar in cui vado per il caffè, con il mio collega mentre in ufficio manca la corrente.
Così, se Corona non mi risponde al telefono, io comunque sono al sicuro.
Ma se la barista crede che la aiuto, si sbaglia di grosso.

sabato 16 aprile 2011

2 settimane di duro lavor.

Da quando ho trovato lavoro, cioè circa due settimane, ho scoperto che non posso più permettermi degli hobby.
Il motivo è presto detto. Se io mi faccio un hobby nuovo, poi lo devo dire ai miei colleghi. Spesso, loro ridono, io mi sento in soggezione e lo abbandono.
Da quando sono lì, ho lasciato a metà già due hobby già a buon punto: la costruzione del ponte di Messina con le sopracciglia che le donne si sfilano dai pori nei bagni e lo scavo del nuovo canale che porterà l'acqua dolce dai Navigli al Seveso con le forchette. Mi sembravano cose importanti, la mia ragazza mi aveva prestato anche la sua bicicletta -ancora bella- per controllare i lavori di notte. Via, finiti.
Perciò, l'unico hobby che posso permettermi -durante l'orario di lavoro- è quello di mangiare male.
In azienda, è bello condividere le cose coi colleghi. Serve per avere qualcosa di cui parlare. Me lo ha confessato Roby Facchinetti. Lui era il più bravo dei Pooh, ma non poteva andare via per colpa di Riccardo Fogli che gli aveva rubato il pettine. Poi cerca oggi, cerca domani, Fogli è andato via, uno si stanca e le cose sono finite lì.
L'hobby di mangiare male non è il massimo, ma le grandi multinazionali sono contente. E' diverso dal bere il vino del pavese: non si sente l'odore di alcol quando sudi. Inoltre, al massimo dicono, quello che si ammala è 1 su un milione. In Italia, le vittime ogni venti anni, sono stimate come segue: 57 adulti, 2 nani, un gatto e un grande obeso.
A estrazione.
Per i primi 60 non possiamo fare niente, è una cosa istituzionale: al massimo, un servizio sul tg2 o la tessera dell'Esselunga.
Il problema è l'obeso: l'estrazione è taroccata. Hanno venduto la malattia a Libero e quelli sono imprenditori.
Tutti sanno che gli italiani stravedono per i personaggi famosi grandi obesi, di solito Gerry Scotti. Dopo di lui, in lista d'attesa, c'è Bud Spencer e Giampiero Galeazzi. Fuori dal podio, Nadia Rinaldi e Gerry Calà (-10 punti per omonimia).
Scotti non dice niente perché è una persona educata, però Amadeus lo prende in giro con Carlo Conti e tutti sanno che questa cosa gli crea dei grandi pruriti.
Per farlo star bene (anche se così è escluso dalle tradizioni aziendali), mangia il riso. In verità, il riso è OGM. La famiglia lo sa, ma non dice niente. In fondo, dice la Multinazionale, è un'ipoteca sul futuro. Visto che Gerry porta i soldi a casa, quando lui muore, loro potranno fare causa ai produttori del Monferrato. Loro non lo sanno ma non hanno le prove. Perciç, gli porteranno via tutto (una scatola di cachi e 18 cassette di legno della birra Peroni, ricordo di una vacanza in Salento) e la famiglia Scotti potrà vivere serenamente il lutto.
Un precedente in Italia c'è: Funari nel 1984.
Lui ce l'aveva con il tabaccaio di Fulvio Testi che gli ha venduto delle caramelle Tabù nere. Lo ha accusato di essere razzista e gli voleva rovinare il pubblico che, ogni giorno, assisteva allo spettacolo della distribuzione delle sigarette (proiezioni ogni ora a .13 e .47; costo biglietto 250 lire).
Per evitare lo sputtanamento su pubblica piazza, il tabaccaio ha regalato a Funari una fornitura di sigaretta a vita. Poi Funari è morto e le sigarette adesso vanno a Tremonti che le gestisce come può.
Male.

martedì 22 marzo 2011

Il lavoro delle braccia

Andare a fare i colloqui è come operarsi al fegato.
Sai che c'è speranza di farcela, ma dopo non resisti e ti vai a bere una bella birra.
Comunque, è il desiderio di farsi del male.
E se il male non viene dal fegato, la birra è fredda e io mi auguro una congestione.
Ma spesso non succede niente e io piango.
Perchè? Io non ho mai tutte le skills che mi richiedono.
Ogni volta che dicono 'skills' a me viene in mente Skeleton.
Ma non glielo dico. Piango.
Spero, magari, che la pietà faccia il suo corso.
Per ora, l'unico corso che devo fare è quello di Vercelli. Mi hanno offerto 200 chili di bitume da spalmare per terra, ad agosto, senza limitare il traffico. Il lavoro è affascinante, si conoscono anche un sacco di gente. Tra di loro, si conoscono.
Sopra gli 80, spesso. Ma ti offrono il bianchino e ti iniziano alla vita coniugale.
L'unico problema è che, per via della crisi, per stendere il bitume mi hanno offerto un mattarello.
Io ho provato a chiedere se mi facevano fare una prova, chè se al massimo finiva male, mi portavo via il mattarello e lo rivendevo al programma della mattina di Mastrota.
Lui, si sa, è uno dalle larghe vedute. Ha visto il fondo del barile, l'ha raschiato: per tenersi un lavoro, ha dovuto vendere la sua compagna Natalia Estrada. E' lei che ora gestisce il traffico di bitume e lastricati pedonali in Lombardia.
Quindi ti capisce e, se può, ti dà una mano.
Ora, è in affari con un mio amico Cristian che vende le protesi in ospedale e gestisce il traffico delle anche di seconda mano.
Si fa un po' fatica a pulirle dal sangue, ma vengono via dai vecchi come gli stecchini degli spiedini ben cotti.
La loro carne è flaccida e si sfila. Intanto, io non mangio più spiedini troppo cotti ormai da tempo: li conservo. Ho letto che quando uno li presenta, gli spiedini fanno sempre figura.
Li porto ai colloqui e mi faccio bello del fatto che, nel mio frigo, la muffa verde sta combattendo contro quella nera e, soprattutto stia vincendo.
Io credo che questa lotta determini l'avanzamento della Lega nel PdL. Non le debello per non alterare la vita democratica nel Paese.
Se mi chiama Bersani, vediamo se trovo una muffa rosa chiaro e la metto dentro. Poi, insieme scegliamo il candidato.
Io sono orientato su Confalonieri. Loro sono amici e poi non ci sarebbe più da discutere. Ballarò finalmente ritorna quello che era in origine: un programma danzante da prima serata su Rai Uno per bambini che hanno problemi agli arti inferiori ma poi guariranno; Santoro un programma sul Natale.
E se è festa tutti i giorni, siamo tutti felici.
Io, faccio una grigliata e vi regalo un mattarello bitumato.

mercoledì 16 marzo 2011

Persone ragionevoli

Capita che tu vai a un colloquio e ti capita di trovarti di fronte delle persone ragionevoli.
Che, principalmente, discutono della tua età.
Ora, uno studia, fa il master, cerca lavoro, cambia lavoro, cerca lavoro, parla di lavoro.
Il lavoro è parlato.
Anche perché più di questo non si può fare.
I datori di lavoro si dividono in tre categorie. La prima, quelli che ti offrono uno stage di un mese e ti chiedono come mai, quando altri come loro ti hanno offerto uno stage di un mese, non ti hanno tenuto più di un mese.
Penso che il termine mese per loro significhi qualcos'altro.
Come 'politicamente corretto': si riferisce ad altro.
"Mi fai un caffé politicamente corretto?" e ti ci mettono la samba.
Perché il governo è ballerino, sì.
Ai tempi del primo governo Andreotti, ad esempio, ti mettevano lo stravecchio.
Il più giovane era proprio lui, Andreotti.
Immorale.
(Volevo dire immortale, ma non me la son sentita di correggere)
Fatto sta che allora dopo queste quisquilie sulle mensilità, senza ovviamente parlare di stipendi, capita che quelli dei colloqui ti chiedano come mai sei così vecchio. Non dicono vecchio, ma lo fanno intendere.
Università, Master, prove di adattamento, la crisi... chissà come mai non ho un lavoro.
E allora tu rispondi: "Mi andrebbe bene anche uno stage. Non retribuito. Almeno faccio esperienza"
"Ma tu, di lavoro, che fai?"
E tu non capisci, storci il naso.
"Se ti puoi permettere di non essere pagato, significa che prendi i soldi da qualche altra parte, no?"
C'hanno ragione. Io, come hobby, faccio lo stage e come lavoro faccio qualcos'altro.
Non fa una piega, non fa una grinza, non fa un plissé.

Io, ormai, ai colloqui non ho più niente da dire.
Al massimo mi esprimo a gesti.
Tra poco, soffrirò di tunnel carpale.

Il mio avvocato mi ha chiesto in matrimonio. Dice che con i soldi che gli dò, potremmo mantenere una famiglia.

mercoledì 9 marzo 2011

Insistenze

Io non trovo lavoro e, visto che ho del tempo, ho deciso di farmi degli hobby.
Il mio hobby di questi giorni è fare il malato.
Ogni mattina mi alzo, faccio un rutto, bevo, vomito la forchetta intera che ho mangiato la sera prima e vado in ospedale.
Non dico mai che cosa ho fatto, ascolto i medici che si arrabattano sulle diagnosi.
Secondo la maggior parte dei medici, è strano vomitare forchette intere.
Altri, invece, dicono che è strano che un cretino come me ingoi le forchette.
Io, per non deludere nessuno, dico sempre di sì. Finora mi sono preso dodici colpi apoplettici, un infarto, due colpi d'aria e uno di tosse, una dozzina di spaventi d'asporto e una milza.
E' comunque un bel da fare. Io comunque insisto a vedere se riesco a trovare qualcosa. Sorrido bene.
La milza non c'entrava niente, ma già che ero lì, l'ho presa. Sembrava ancora bella, nessuno guardava. Sai mai che non riesca a barattarla al bar con una birra. Perché noi giovani, alla fine, siamo tutti sorrisi e fegati.
Il venerdì, ho una milza che avanza, e visto che il barista del mio bar è sudamericano, so che lui contrabbanda in organi.
Sia da Chiesa che d'interno. Gli ho già venduto due metri d'intestino tenue ancora buono per i diverticoli o per restaurare un organo dell'800, un'ipoteca sui reni e sulla pelle e, visto che sono motociclista, ho appaltato alla sua compagna, un set di denti in buono stato qualora mi succedesse qualcosa.
Un cliente fisso, vecchio, mi fa: mi daresti mica a me un femore, chè ho visto che tu hai la testa dei femori ancora sane e io no?
L'ho guardato e gli ho detto: lo farei con piacere, ne ho due apposta e la mia educazione cattolica mi induce al dono; se non fosse che uno dei lavori che devo fare è testare le garze arrotolate sulle teste dei femori e lasciate lì dopo le operazioni.
Sono cose serie, gli ho detto. Metti che poi operano un calciatore e gli lasciano la garza, una carriera buttata in malora!
Infatti. Una pacca sulla spalla, abbiamo bevuto un bicchiere. Io intanto, è un po' che zoppico. Ma lo stipendio è buono e non mi posso lamentare.
Ne parlavo l'altra sera al bar con Amadeus. Lui traffica in organi di bambini da vendere ai ristoranti cinesi: loro pagano bene, la fatica è moderata, riesce a incastrarlo bene con i lavori che fa in tv, e gli ospiti del ristorante cinese sono contenti perchè credono di mangiare cibi illegali come la tartaruga o intestino di rana.
Se sapessero che invece di cervello di scimmia c'è quello di un bambino andrebbero su tutte le furie. Del resto, pure io: pago per quello che prendo, se mi dai altro non è giusto che paghi per quello che ho ordinato.
L'unico che ragiona male, in questo senso, è La Russa: pensa infatti che la voce roca sia sexy e si lamenta per il gusto di gridare. Non è che non è sexy, solo che lui va nelle trasmissioni con conduttori uomini e non può esercitare il suo sex appeal.
Andasse dalla Bignardi, ma non ci va. Quindi, visto che anche i cinesi sono maschi, mangia e zitto. Anche perché non si parla con la bocca piena.
L'unica che lo adora è la Setta, Monica, ma i figli dicono che La Russa ha l'alito macchiato e non lo vogliono. L'alito macchiato è un problema. Ce l'ho anche io.
Io, se potessi, direi a La Russa di provare a entrare in un coro gospel. Lì le donne ci sono, e quelle che non sono donne, compensa con la voce. Magari si innamora pure lui e tutto è bene quel che finisce bene.
Io, nei cori gospel, ci sono stato dal 97 al 2001. Poi ho digerito il pranzo di Natale e mi hanno allontanato. Dicevano che chi si macchia la vestaglia, deve cucinare le ostie del prete.
Non me la son sentita.
Adesso canto sui treni delle Ferrovie Nord. Io sorrido meno, loro pagano poco, ma comunque regalo la serenità ai pendolari.
Mi è sembrato un buon compromesso e per ora viaggio gratis.

giovedì 3 marzo 2011

Ogni giorno è un giorno nuovo.

A un certo punto del giorno, verso le 10.23, suona il telefono e tu hai la bocca piena sputi.
Lo sputo è segno di grande autorevolezza. L'ho letto sul Giornale di qualche tempo fa. Al Giornale, sputano perchè sono autorevoli e vanno in tv.
Io, che vorrei essere autorevole, ho degli amici che mi chiamano Lama.
Luciano per i più amici.
Sono uno che si presta, diciamo.
Il colloquio di lavoro. Facile. Prendi il treno, vai. Cammini, chilometri. Torni indietro, perché il lavoro è dietro casa. Sono in ritardo e vado corsa.
Mi aiuta a tenermi in forma.
Se non c'è l'aspetto fisico, nessuno si fida.
Infatti, io amo presentarmi ai colloqui sudato.
Significa che ci tieni. L'alone sotto l'ascella è più grande quanto più sei affezionato al posto di lavoro che non hai.
Di solito, uso un deodorante a 'espulsione programmata'. E' particolare. Tu non lo metti sotto le ascelle, ma in bocca. La salivazione aumenta, ma devi stare attento ai segnali del ricovero.
Dopo un po' di pratica, diventi bravo: la saliva si fa densa e tu diventi professionale anche nello sputo sotto le ascelle.
Dopo una settimana fai gli sputi a C. Autorevolezza autoreferenziale. I più bravi fanno il filo e lo staccano di netto con un colpo di lingua davanti ai datori di lavoro. A loro, sicuro spetta un lavoro da dirigente.
Io mi accontento di meno e i fili spezzati li mostro alle fiere di paese. Amo i sentimenti.
Il lavoro che il datore di lavoro mi offre è bello. Si sta all'aperto, grandi rapporti sociali.
E, dice, l'autorevolezza è un elemento importante. Mi alzo, batto le mani, e sputo oltre la sua poltrona. Centro la foto della sua mamma. Vecchia, vestita di grigio, una donna ancora bella.
Lui resta affascinato e mi dice che, se sono single, lui ha una figlia di 8 anni e un'eredità pesante sulla schiena. Si offre di pagarmi anche il mutuo di un pied-à-terre per single visto che su sua figlia non vuole che sputi. Io le sputerò, lo sappiamo entrambi, ma non glielo dico. Bene così.
Dieci minuti dopo, ci sono dentro fino al collo: scelgo le bomboniere.
Mentre l'esaminatore non mi vede, per riaffermare i punti di forza sulla scelta dei posti al pranzo di matrimonio, mi autorevolizzo spingendo sulla vescica. Non funziona: dopo bevo dell'Uliveto e mi faccio un bollino di pipì sui jeans. Me lo ricordo sputandomi sulle scarpe. Il metodo funziona ma non sempre. Sconsigliato nei paesi caldi. Comunque.
In due ore divento"Vietatore ufficiale del giuoco del pallone nei cortili dei condomini".
Sono soddisfatto, il peso della raccomandazione si fa sentire. C'è tutto, responsabilità, dinamica, rapporto con le altre persone, problem solving, forbici.
Le forbici sono fondamentali in ogni rapporto.
Prendo 25.000 euro all'anno e lavoro poco. Rinuncio a 5.000 euro, ma ottengo lo sputo libero.
Bene, il lavoro è mio, guardo i bambini, mi piacciono, io non piaccio a loro ma è giusto così.
Ogni giorno combatto la paura di essere pedofilo e mi trattengo.
La colpa è di Paolo Bonolis. Bim Bum Bam ha fatto una cattiva impressione sulle generazioni future dei rapporti tra le persone.
Bonolis è colui che ha scatenato il mondo della pornografia: sono tutte persone che non riescono a dimenticare Uan.
Chi va con le nere, è per Four.
Chi da piccolo adorava Kermit la rana, l'infermiere nel reparto nefrologia dell'ospedale Niguarda di Milano. Per questo vogliono fare uno stagno.
Ad ognuno il suo.
La mia ragazza nuota benissimo perchè io adoravo Sampei.
Il nostro rapporto va a gonfie vele perchè, anche se le sputo addosso, lei è sott'acqua e non se ne accorge. Lei è felice, io pure, abbiamo i nostri spazi.

mercoledì 23 febbraio 2011

Son comunque soddisfazioni.

Con il fatto della crisi, si è diffusa l'idea che siamo noi giovani che abbiamo la puzza sotto al naso e non vogliamo fare i lavori. C'è talmente tanto pieno di lavoro, qui, che adesso che arriva la gente dal Nord Africa, tempo un anno, e sono tutti occupati in quei lavori che non voglio fare io.
Io, che la puzza ce l'ho perchè non ho più l'acqua in casa e che ho anche parenti terroni (quindi non sono disoccupato la rispetto le tradizioni), mi presto a fare tutto. Ma visto che è un po' che presto senza risultato, prima di chiamare Borghezio e chiedergli di dirmi le parolacce così vado da vespa, mi sono organizzato.
Per avere un lavoro non importa la preparazione: devi fare colpo.
Ho letto su una rivista che le donne trovano molto affascinante l'uomo un po' barbone, che si lascia andare, che soffre. Quindi, soprattutto quando ho un colloquio, tendo a bermi quei due o tre bicchieri di vino che mi fanno sentire un po' più disperato. A volte, bagno le dita e le passo sotto le ascelle. Preferisco il mosto, ma non è sempre disponibile. A volte, uso l'aceto balsamico, quando voglio uno stipendio più consistente. Se faccio colpo, posso offrire anche un'insalata da Mc Donald's senza pagare le salsine.
Questo ai colloqui lo dico: serve per dare l'idea che sono uno attento ai particolari.
Chissà, poi magari una donna direttrice di azienda figlia di parlamentare nipote di un operatore opedaliero si innamora di me e mi sistemo.
Ecco, con questa tecnica qui del bere, ho irretito già una ragazza che lavora in un centro di collocamento di Milano, zona Corso Lodi. Quando le ho detto che sono laureato è vero ha storto il naso, ma poi ha scoperto che non mi lavo da metà dicembre, si è innamorata e mi trova dei lavori fantastici.
L'ultimo in ordine cronologico è andare a dipingere con lo smalto trasparente della Collistar le ungule dei cavalli dopo le corse all'Ippodromo di Milano. Uno pensa che è un lavoro di merda, ma si sbaglia.
In primo luogo, non devi sforzarti troppo di meningi, perchè il cavallo è raro che ti parli dell'ultimo film di Nanni Moretti. Poi, è anche facile perchè l'ultimo film di Moretti ha il titolo in latino, e all'università delle corse di San Siro si studia l'ingese il milanese l'arabo il Sanscrito ma il latino no. Certo, ci vuole pazienza: il pennello dello smalto è piccolo; ma almeno stai all'aria aperta.
Bravo, bel lavoro, dice: ma i calci, come fai? Quello è bel problema ma la ragazza di Corso Lodi, che ci tiene a me, mi ha messo al dopo gara. Il cavallo è stanco e non ha voglia di prendere la gente a calci. Poi, quando vedo che comunque un cavallo è agitato per diversi motivi (spesso è colpa del guardalinee che ha dato il fuorigioco alla Roma) gli dico: Senti, io non c'ho mica tanto tempo da perdere chè devo andare a vendere in nero i cappelli che ho rubato sulla riva del Ticino a quelli che lavorano in nero al mercato ittico a Lambrate; stai buono che se ti dipingo male l'unghia, va a finire che pensano che sei malato e ti sparano. Lui si calma.
E fa bene: la gestione dei cavalli a San Siro è affidata ai reduci della lotta armata che non sono riusciti a mettere in galera. Mancanza di prove.
L'idea è di Cossiga che, per debellare il Terrorismo e non far scontento nessuno, ha detto: "io vi faccio continuare a sparare, ma ai cavalli. Voi vi sfogate, vi fate quelle belle risate che si fanno le persone con la pistola, ma basta con questa storia del terrorismo chè io voglio cambiare la 128 e prendere una bella Duna senza che voi me la incendiate. E poi vi mando a Milano coi socialisti che è un posto, se vi sapete muovere... poi diventate Sindaco"
Ci hanno messo un po', lui è morto, ma magari questa è la volta buona.
Ecco, fa sempre simpatia parlare di politica, ma meglio farlo nell'antibagno, non qui.
Dicevamo: per fare questo lavoro qui, comunque, ci vuole sempre un bel cervello. Io non ho la laurea in psicologia, ma quel trucco lì del bere che affascina le donne, lo riciclo coi cavalli. Quindi, dopo che ho bevuto il mio bicchiere, la mattina mi faccio anche una bella masticata di fieno. Così il cavallo si affeziona e io non ho problemi di orari la mattina.
La mia ragazza, però, non è molto contenta. Dice che ho l'alito amaro.
E tu non baciarmi con la parte dietro della lingua, le ho detto. Usa la punta e senti solo il dolce del fieno. Non ha voluto. Adesso siamo in crisi e piuttosto che baciarmi mi tira le testate sulle labbra.
Per lei è lo stesso, per me anche, alla fine la vita è fatta di compromessi e stiamo bene così.

venerdì 18 febbraio 2011

Il lavoro uccide l'uomo.

"Cerchiamo tirocinante nel campo della toelettatura, 12 mesi non retribuiti, anzi si paga pure il corso", da Lavoce.info.
Poi succede che la gente si uccide.
Ma non è colpa di nessuno, dico.
Son cose che capitano.
Ma se mi butto dal balcone, son cose che cadono.
No words.

lunedì 14 febbraio 2011

Gli esami non finiscono mai, i colloqui sono al telefono.

Suona il telefono, e io che cerco lavoro rispondo.
"Pronto, sì, lei è uno di quelli che stanno cercando lavoro? Io sono Franca di Lavorare Stanca"
Annuisco. Non rispondo, non serve. Quelli delle agenzia interinali sono come i segugi: i disoccupati li riconoscono dall'odore. Di solito di stantio, ma questo è un altro paio di maniche.
"Ecco, allora. Lei quanto è disperato, da uno a dieci? No, perchè c'è un lavoro, ma è in base alla sua disperazione che potremmo vedere un po' come collocarla nel campo lavorativo"
Il mondo del lavoro è diviso in categorie: i fighi, che guadagnano molto e non fanno un cazzo, e gli stronzi, che si fanno un culo così e che, un cazzo, lo guadagnano. Spesso, come si dice in questi casi, in forma retroattiva.
Nella prima categoria, spesso, ci sono quelli che non cercano il lavoro. A loro, il lavoro capita.
L'unica cosa che capita a me, sono le influenze.
E le malattie mortali.
Ma meglio le influenze. Le accetto con più virile sopportazione.
Ed è tutto ciò che mi rimane del sentirmi un vero uomo.
Quello, e resistere alla tentazione di mangiare i boeri e sperare di vincerne degli altri.
Fatto sta che funziona così: se sei disperato a livello uno, ti tocca il lavoro d'ufficio; due, lavoro in negozio; tre, magazzino; quattro, lavare le docce dei bagni degli Autogrill sulla Torino Venezia; cinque, spazzare la tratta autostradale Barberino Roncobilaccio e cercare di spingere la nebbia oltre le montagne; sei, analizzare la tenuta di umidità delle centraline della vecchia Sip e decidere quali possano essere riutilizzate come silos per il risposo dei barboni; sette, iscrivere i disoccupati a dei corsi che possano poi abituarli a essere barboni e dormire nelle centraline di cui sopra (spesso è l'opportunità offerta a coloro che si sono occupati, una volta esaurito il lavoro, del punto sei); otto, pulire le scarpe dei Carabinieri d'istanza a Verbania- Cusio- Ossola (provincia chiamata anche Cerbera; il lavoro non sarebbe neanche male se i Carabinieri in questione non pensassero che questo lavoro tu debba farlo con loro immersi nel lago, da cui il detto diffuso nell'arma: metto le scarpe a mollo con il Carabiniere); nove, trovare il motivo buono per cui i golden retriver sono marroni e non d'oro, e convincere l'Europa a cambiare il nome in Brown Retriver (progetto molto interessante finanziato dal Ministro dell'Economia, Tremonti, su spinta del Premier: durante la crisi, qualsiasi cosa che faccia pensare all'oro crea speculazione; se smettiamo di parlarne, finisce anche quella fastidiosa tradizione che si sta sviluppando nelle regioni Marche e Abruzzo di fondere i cani in questione alla ricerca di oro; se la Bonaccorti prende quello che ha detto, per primo in quelle regioni fitte di Golden Retriver, le parole 'verna' e 'aurea' lo uccide) (i più cattivi e meschini, pensano che questa usanza sia nata dopo un corso di inglese frequentato da amici del figlio di Bossi nelle Marche/ Abruzzo, ma sono cattiverie); dieci, infine, star con la lingua attaccata alternatamente prima al ghiaccio vero poi al ghiaccio sintetico per certificare che ci vuole lo stesso tempo per entrambi perché si attacchi. Sono questioni di diritti garantiti dalla costituzione e non ci si può metter becco.
Al massimo la lingua.
"Allora, signore, a che punto siamo? C'è un offerta al livello sette: analisi e degustazione di involucri per supposte infantili"
"Perchè dovrei.. ?"
"Il suo Cv: lei è laureato, la facevo più intelligente. Fase anale e fase orale, nei bambini, sono molto vicine. E poi c'è un grande sviluppo della pedofilia e non possiamo farci trovare impreparati. Sai mai che è, anche quello lì, un reato che sbloccano... ti piace l'arancia?"
Preferisco la prugna"
"Facile così, buoni tutti con la prugna nel culo, non sei abbastanza disperato, chiamerò un altro. Poi tu hai un tono che, secondo me, poi ti metti a fare gli scherzi e se un criminolgo ha la diarrea con la D'Urso, andiamo nei casini noi. A te ti tengo buono per la campagna telefonica sulla soddisfazione sul posto di lavoro degli albanesi del circo che lavano la schiena ai cammelli e tengono alta la percentuale di grasso nelle loro gobbe"
Click.
Mia mamma: peccato, sono sempre e comunque delle belle opportunità e non possiamo mica avere la puzza sotto il naso.
Lei ha tutta la ragione del mondo e io i sensi di colpa.
Dovevo fare il fabbro.

lunedì 7 febbraio 2011

Il mio posto di lavoro della crisi.

Visto che di lavoro non ce n'è, per via della crisi, uno si mette a fare praticamente tutto.
Io sono uno di quelli che non hanno la puzza sotto il naso e, se a fine giornata, la puzza è sotto le ascelle non dico niente.
Al massimo mi lavo.
Ma poco, perchè c'è crisi e bisogna stare schisci.
Ora come ora, come lavoro, cerco i reni.
Non importa che siano ancora belli: diciamo che chi non ce li ha non è molto esigente e si accontenta del fatto che siano compatibili. Un po' come quelli con gli orecchini al prepuzio: questione di compagnia.
Il lavoro in sè è anche bello, i compagni sono simpatici, il capo è una persona disponibile.
Anche lo stipendio non è male: ti danno il fisso (1250 euro al mese) e in più gli incentivi (200 euro lordi a rene. Se tu conti che, con un po' di astuzia, uno li preleva a coppie, a fine mese hai su un bel gruzzoletto).
io mi trovo abbastanza bene, l'azienda mi ha dato anche la macchina. La Fiat Bravo che ho in dotazione, nera, non va male. Solo, quando decidi di dare una scossa agli affari e decidi di investire quelli che chiedono l'elemosina ai semafori, si ammacca facilmente.
Da dire c'è anche che questa cosa di investire i poveri non è neppure troppo intelligente. Infatti la fanno i principianti come me. Quelli che lavorano da un po' di tempo, lo sanno che i poveri hanno il vizio di bere e si ubriacano, come Guccini. I loro reni lasciano il tempo che trovano.
Ma c'è crisi, e tutto fa brodo. Non ci si può permettere di fare gli schizzinosi e di lasciar giù un rene, pure se gonfio e spugnoso.

Spesso mi chiedono come mai ho scelto il settore reni. Quando sono entrato io in azienda (l'altro ieri) c'era aperta anche una posizione in 'cervelli' e una in 'fegati'.
C'è da dire che son sono male, anzi. Il cervello è quello più redditizio (1800 euro di fisso + 472 euro lordi di bonus), solo che i capi in quei settori lì sono più esigenti.
Infatti, per politica aziendale, se il procacciatore non raggiunge il minimo sindacale -1 pezzo al mese- ce lo deve mettere di tasca sua.
Io, visto che c'è crisi, ho pensato che è facile, molto facile, che gli affari vadano male.
Mi son voluto tenere via due mesi di bonus, tutto qui.

Il blocco del traffico del cervello.

Visto che ieri era una giornata in cui non si poteva girare in macchina, ho comprato il giornale e non l'ho letto.
Io leggo il giornale solo stando in macchina con il motore acceso. Mai si dica che non contribuisco a fare il milanese.
Io, quando voglio fare il milanese, prendo l'auto e, siccome non so dove andare, a motore acceso nel parcheggio mi leggo il giornale.
Sì, sono un perdigiorno patentato.
E lo dimostro stando in macchina.
Certo, c'è anche chi potrebbe dire che uno ha la macchina, ma non ha la patente.
C'è anche gente che ha le orecchie ma è sorda; io mica vado a dirgli qualcosa.
Soprattutto non gli stacco le orecchie.
C' è gente che ha l'autoradio ma non la macchina. Magari la mette nel box, incastrata in una scatola di legno coi fili e a lui sta bene così.
Chi sono io per dirgli che non deve farlo?
Comunque.
Oggi che si può andare in macchina, mentre ero nel solito parcheggio a buttare nell'aria i miei due euro di benzina, ho scoperto che a Milano c'è un sacco di gente che aspetta le domeniche senza traffico per fare delle cose.
In ordine (sparso o comunque non scelto da me):
Morello Sarcina Sgarbi Sinigaglia; Baresi Gardini Montanari Bocola.
A parte il fatto che non so chi cazzo siano, solo Baresi lo conosco, ma adesso non è che mi frega poi tanto.
Questi qui, ieri, sono tutti andati in giro a vedere la città e rilassarsi.
Non capisco. Io mi rilasso sul divano, mica andando in giro a scarpinare come un ciula.
Certo, magari poi la sera se mi metto a scarpinare, mi guardo le gambe, toniche, leggermente pelose, dure, ancora belle nonostante l'età (parlo di Baresi), e sono felice.
Io non ho niente da fare.
E allora, se voglio rilassarmi vado a piedi fino a Lambrate e torno (20 km) quindi mi metto a camminare sulle ginocchia per stare a casa.
Il mio portinaio cosparge le scale di sassi e sale di Maratea solo per me e lo ringrazio.

domenica 6 febbraio 2011

Barcamenarsi.

Il prossimo che mi dice che chi sa scrivere deve reputarsi una persona fortunata, gli rispondo che, a me, poteva andarmi peggio solo se nascevo in Ruanda.
Io scrivo, ok? E fin qui è già una presa di posizione.
Posizione seduta, generalmente; prona per quelli del mestiere.
Ma non c'entra.
Perchè io faccio riferimento a quel gruppo di persone che cercano di accumulare cose da fare, del tipo: scrivere di cucina su un blog delle mamme;
di cinema su un blog di sinistra;
di caccia su una testata liberale;
di economia su un sito comunitario;
di impatto ambientale su un sito di nudisti;
di coprofagi su un sito di scambisti;
sono un insider di un forum di amanti del tacchino;
il martedì, giovedì e sabato mattina offro consulenze matrimoniali;
mercoledì mattina rispondo alle domande relative alla presenza di gatti nuotatori nella Martesana (No, sono topi, tendo a rispondere);
mercoledì pomeriggio rispondo al centralino della polizia di Greco relativamente alle telefonate di mamme che cercano i propri figli nei pressi della Martesana (No, sono topi, tendo a rispondere);
quando ho tempo, scrivo di sport su un blog di destra (qui mi trovo molto bene, nonostante l'apparente contraddizione: io amo lo spirito di comunità che si trova nel gioco di squadra, loro trovano nello sport il culto del superuomo. Ma finché non affrontiamo l'argomento in maniera chiara e decisa, tutto resta nell'ombra e a noi va bene così. Ogni sera ci sono grandi abbracci -che affermiamo essere virili, per non sembrare froci- e lunghe annusate di ascelle puzzolenti per riaffermare la nostra mascolinità).
Ma del resto, uno come deve fare?
(Chiedilo ai topi, tendo a rispondere)
Ho provato anche a mangiarmi le unghie per fare merenda, ma non basta.
Allora, ho provato a farmi crescere le unghie e, ciò che avanzava (non molto a dir la verità) ho provato a barattarlo con qualche euro di benzina.
Il benzinaio era abbastanza schifato dalla proposta e mi ha fatto ciucciare con un tubo di discutibile provenienza, ma tuttavia ancora bello, ciò che era finito nel serbatoio.
Poi, rifacendo il conto, son rimasto in debito di 11,5 cm di unghie da restituire in comode rate mensili per 22 mesi. Ho dovuto discutere a lungo per l'unghia dell'alluce, perchè diceva che era fuori standard della comunità europea, ma alla fine l'ho spuntata con un corso di degustazione.
Quindi, ho provato a cercare di aiutare le mie finanze come progettista architetto in aiuto ai bambini che non si trovano tanto bene a giocare con il Lego.
Son durato poco, devo dire la verità. I bambini sono fortemente polemici, quando gli si spiega che le regolamentazioni comunali del piano urbano del comune di residenza non prevedono la presenza di un dinosauro nel garage del papà.
Il papà è sindaco.
Bisogna che conoscano il disincanto, questi bambini qui, anche se sono loro quelli cui facevo riferimento all'inizio, quando parlavo di barcamenarsi: io non mi barcameno ma vengo menato in barca.

lunedì 31 gennaio 2011

Le partenze.

"Ma perché non te ne vai?"
Se ne vanno tutti. Quelli che vendono aspirapolveri in Germania, quelli che fanno i corsi di inglese a Londra, quelli che vanno a vendere le birre Peroni a Madrid, quelli che finiscono a montare le bici a Bruxelles. Conosco uno che è andato in Albania a vendere servizi turistici.
Secondo me, tra un mese, è in galera. Ma questo è un altro discorso.
Il punto è che stanno tutti meglio di te. Perchè osano, dicono; perché hanno coraggio.
E io non ce l'ho il coraggio?
Certo che ce l'ho! Guardo la tv tutti i giorni e non c'ho nemmeno gli incubi, dico...
Diciamo che io mi sono rotto, il c..oraggio, di avercelo.
Che poi, a guardare bene, forse ci vuole più coraggio a restare qui.
Allora, ricominciamo da capo.
Secondo me, è questione di persone cui ispirarsi.
Io ero indeciso tra Maurizio Costanzo e Renzo Arbore.
Ho scelto Renzo Arbore.
Il clarinetto, oppure Bingo Bango Bongo sono così geniali che devono epr forza avere un significato escatologico.
Non so, magari no. Però c'ho avuto un flash.
Sto diventando uno dei più grandi accaniti sostenitori della fuga dei cervelli.
Fate bene, via! Andatevene! L'Italia è un paese da due lire (con un'inflazione molto alta, oltretutto... le due lire di oggi non valgono nemmeno una lira di ieri, fai te...), i politici sono tutti dei cialtroni, i preti vanno coi bambini (all'estero no, sia chiaro. Sono i preti italici che sono degli zozzi!) e l'aria è irrespirabile. Ah, la tv fa schifo. Invece, nel Benelux, mi hanno detto che ogni sera uno show nuovo. Non si capisce cosa dicano, ma quello è tutt'un'altra storia.
No, perchè diciamo. Più se ne vanno, meno siamo. Per questo Arbore...
E io posso finalmente smettere di sentirmi come una mucca legata all'anello dei basamenti di cemento dei porti.
Vieni via anche tu?, fa meno uno.
No, io non me ne vado.
Cazzo, più uno.
Ma come no? hai detto anche tu che l'Italia bla bla bla...
Sì, ma per me è diverso. Io qui c'ho la mamma...Andate, andate pure, voi...
Sì, affan.. Ma cordialmente.

Questione di educazione.

Io credo fermamente che la questione lavoro sia legata alla formazione materna.
Se mia mamma mi avesse insegnato che chiedere permesso non serve a una mazza, io credo che avrei anche un lavoro.
E invece no.
Io chiedo permesso, e loro mi dicono: stai fuori.
Allora, da oggi si cambia.
Per far capire che sono uno determinato, per prima cosa smetto di lavarmi.
O meglio. Non è che smetto proprio, mi dò delle tempistiche.
Non sto più in doccia dopo i sei minuti. Sapone, non sapone non importa.
Almeno, se non si ricordano del mio Cv, si ricordano del mio odore.
Puzzo? Embe? Chè sei razzista?
Non ho capito, ti tieni il vecchio con la prostata, la signora che c'ha il pannolino e non ci puoi stare accanto in ascensore, il bambino che ha i denti sotto le ascelle e io, che ho solo l'odore, mi cacci?
Ho capito: leccami l'alluce e dimentico tutto.
Perchè uno deve andare lì e battere la lingue finchè il dente è caldo.
Bisogna vertere sulle forme di pensiero liberal che il cattolicesimo ci ha insegnato: ricordatevi che Gesù era disoccupato.
Hanno aiutato lui, hanno aiutato Ruby, perchè nessuno aiuta me? Forse dei avere la U nel nome?
(poi diciamocela tutta: se non iniziano a darmi qualche lira per quello che faccio, fai te che poi l'aiuto me lo deve dare fratel Ettore, perchè finisco sotto i ponto della Centrale).
(E non facciamo dell'umorismo sull'andare ad Arcore, perchè l'unica cosa che posso permettermi -anche a volerlo fare, sia chiaro. Non voglio farlo, ma a vole... ndolo... va be'.)
(Il fatto che Troia e Trota abbiano solo una lettera che li differenzia, ma nessuno ci ha mai messo un occhio?)
Comunque.
Mi hanno detto che bisogna avere anche un piccolo punto di arroganza.
Da ieri ho una forma, per i colloqui. Quando vado via, li guardo e insisto:
"Ok, se mi chiamate, bene. Se non mi chiamate, sappiate che siete str...?"
"onzi?"
"trani. Mica sono così maleducato"
e se non si ricorda... mi ricordo io.
E alle 6, quando escono, li aspetto sotto e li meno.

giovedì 27 gennaio 2011

Il lavoro dei miei sogni.

Io, ad un certo punto, credevo anche di averlo trovato, il lavoro dei miei sogni.
Solo che lui non se ne è accorto.
Oppure se n'è accorto ed è scappato, perchè ormai anche i lavori hanno paura di impegnarsi seriamente in una relazione stabile.
Bastardi maledetti.
Quando esco dai colloqui falliti, mi succedono sempre cose stranissime.
Una volta, esco da un colloquio, loro praticamente mi prendono per il culo tutto il tempo:
"Guarda, siediti pure dove vuoi"
Mi guardo attorno, non c'è la sedia.
Come Fantozzi, mimo di essermi seduto su una sedia.
Io ho la giacca, loro sono a Roma e ovviamente qui a Milano faceva più caldo.
Se non ho il lago di Como sotto le ascelle, diciamo che me la gioco con il lago di Bracciano.
Anche perchè Braccia- no e ascelle... va be', tremo da solo.
Le domande:
"Sai cosa facciamo noi della televisione?"
La televisione...? Non è che sono tecnici del tubo catodico?
"No. va be'. Sai cosa facciamo noi che lavoriamo come autori in televisione?"
I carpentieri edili, penso.
Oppure siete come quelli che vendono gli accendini alle prostitute per accendere i fuochi lungo le strade, penso.
Comunque rispondo in maniera assennata.
"Ti piace la televisione?"
Certo, cazzo. Cosa credi che sia venuto a fare, fin qui? Pensi che voglia entrare nella tv per distruggerla dall'interno? E chi credi che sia, Amadeus?!
Va be', il colloquio va come va.
Loro, gentilissimi, mi dicono anche di non farmi più vivo, non chiamare, non disturbare, alla fine è stato bello così, perchè rovinare tutto?
Ma io non ci sto: basta! Bisogna reagire! Mica siamo qui a prenderci per il culo, no?!
Io non sopporto di essere trattato così!
Mica sono la vostra pezza da piedi! Basta!
RIVOLUZIONE! Vendetta!
Vaffanculo, sibilo tra i denti, mentre mi avvicino alla porta.
Andatevene tutti affanculo, ripeto mentre afferro la maniglia.
Apro.
Tiro.
Non si apre.
Tiro più forte.
Non si tira.
Scuoto.
Non si scuote.
"Scusate, per piacere: non riesco ad uscire, mi aiutate?"
Che eroe, che sono.

sabato 22 gennaio 2011

Gli uomini di buona volontà

Son due le cose: o ci credi o no.
Io ci credo. Io mi sbatto.
E ai colloqui ci vado.
Esco di casa, faccio dieci minuti a piedi. Prendo il treno, cambio, corridoi, metropolitana, centomila fermate, due o tre volte ho anche paura che mi ciulino il portafoglio, leggo, sto attento, scendo.
Sono dall'altra parte della città.
Cerco la strada, chiedo informazioni, trovo la via, contollo il numero civico.
Ovviamente sono dall'altro lato.
Attraverso, cammino, corro, sono in anticipo.
Bene, buongiorno, sì, Gloria?, sì la chiamo.
Intanto compili il questionario.
COmpilo, faccio, sto attento, le date.
Tocca a me, sono agitato che nemmeno dal medico per sapere il test dell'AIDS.
Perchè, hai rapporti occasionali? Sì, ma non sessuali.
E allora di cosa ti preoccupi?
Sai mai che... E poi: che cosa mi convocavano a fare, se non c'era niente di cui...?
Va be'.
Comunque, il colloquio va bene. Sono sciolto, tranquillo.
Se non prendono me, non prendono nessuno.
Faccio quello che vuoi, magazzino, faccio le scatole, bolle, pacchi, tutto.
Faccio anche il caffè e, se mi impegno, faccio anche le uova.
Fresche, freschissime, stai scherzando?
Cosa hai studiato, università, laurea, Master, tutto... bene...gli ultimi lavori, cosa ti piace, sai l'inglese? Certo! Bene bene... il lavoro è da magazziniere, lo sai, sì? Certo...
Il Master, ok perfetto... Bene...
Ancora una cosa: Un milione, novecentrosettantaduemila, quattrocento venticinque, virgola 17 fratto la radice quadrata di millesettecento quarantadue, virgola 3?
Sì, so anche questo, bene...
Lei annuisce, io sorrido. Dopo mezz'ora e tutto sto sudore, sorrido, sì... Dai, cazzo, se non mi prendono a me... Se non era rigore questo!
Lei si alza, annuisce, sorride... sembriamo due scemi, sorridiamo... nemmeno se facciamo lo spot ai dentifrici.
Ah, la società dell'apparenza!
Dimenticavo, mi fa. Il posto lo abbiamo dato via ieri. Volevamo conoscerti e ti abbiamo fatto venire fin qui... ma tranquillo, appena troviamo un posto, è tuo! Hai preferenze?

Sì, vorrei fare il garzone in un panificio. Oppure consegnare l'Ore Sette del Corriere.
Lei scuote la testa.
Io vado, affranto.

"Ah, scusa: posso chiederti una cosa?"
"Certo!", rispondo.
"Un cappuccino, grazie"


PS: Ora. Faccio i sogni e il mio cervello mi fa incontrare uno che mi fa:
"ok, tu non trovi lavoro. Il problema è legato alla crisi, e la crisi è legato all'imbarazzo in cui si trovano le compagnie petrolifere. La colpa è di Amadeus che non vuole vendere le sue quote dell'Agip all'IP. Ha quattro azioni soltanto, ma pare ci tenga molto.
Appena lui si convince a cederle, stai tranquillo, la cosa del tuo lavoro si risolve. Basta averci la voglia e la buona volontà."
E mi sento rassicurato.
Amadeus maledetto.
Amen.

venerdì 21 gennaio 2011

Telefonate

Quando si aspetta una telefonata, sembra di capire a fondo cosa provano i padri in sala parto.
Non è un'ansia, di più. Non è solo un'attesa carica di angoscia, è diverso.
Sembra di aspettare... l'uccisione del maiale.
Avete presente -tutti, ovvio... assassini da macelleria- dicevo, avete presente il pianto del bambino? Il maiale piange così.
Solo, che non si capisce bene che cazzo pianga a fare.
Scappa, no? E lui piange. Divincolati, mordi, fai quello che puoi.
Invece no.
Lui sta lì, immobile. Grufola appeso per i piedi.
Pure io.
Ma il mio coltello è il telefono.
Non suona, non vibra, non piango.
Bestemmio, proprio come il maiale.
Solo che il mio coltello è immobile.
E se suona... è mia madre.
"Vieni a mangiare?"
"No, mamma..."
"Ma mangi?"
"Sì, mamma"
"Sicuro?"
"Sì, mamma"
"Ma..."
tu tu tu tu tu tu
Essere scortesi non è bello.
Ma nemmeno essere maiali è bello.

Da quando cerco lavoro e aspetto una telefonata, non faccio tutte quelle cose che inibiscono le risposte.
Come è cambiato il mio comportamento.
In ordine:
non spengo più il telefono;
non faccio più la cacca;
non faccio più la doccia;
(veicolatori di telefonate)
vietato uscire;
(distrattore)
vietato andare in box;
(non prende)
vietato andare in posti dove c'è troppa musica;
la vibrazione mi mette ansia.
La sento anche quando non c'è niente.
E visto che tengo il telefono nella tasca dei jeans, ho sempre una mano sui coglioni.
La gente mi evita.
Sono turbato, molto.

Stanotte ho sognato che c'era gente che mi offriva lavori diversi.
Moltissimi.
Poche ore dappertutto.
Sottopagati.
E io accettavo.
Neppure nei sogni uno si libera dalla crisi.
Uno di questi lavori era raccogliere palline fecali di capra (esiste il termine fecale? Era merda, comunque) da mangiatoie di mucca.
Per l'igiene.
Io rispondevo: "Ma se stanno sempre con il muso nel fango, che cosa caz..."
"Stai zitto o..."
"Mi cacci?"
"No, mi devi lavare i piedi"
Son stato zitto e mi son messo giù a raccogliere.
Il fatto poi che sia arrivato Cesare Cesaroni, accaldato e vestito da maratoneta, e ci si sia buttato dentro, senza sapere delle capre... be', ad un certo punto, ridevo insieme a Claudio Amendola.
Non so come sia la dinamica dei sogni.
Ma loro ridevano.
Io pure.
Poi abbiamo cacciato Max Giusti dal sogno perché ci annoiava tremendamente, a me e Amendola.

Ah, oggi vado a un colloquio.
Laurea Master e esperienza pregressa.
Ho tutto.
Soprattutto una laurea e un Master.
Lavoro?
Magazzinaggio.
No work, no pain.
Senza lavoro non c'è pane.

lunedì 17 gennaio 2011

Oggi vado a un colloquio.

L'altro giorno mi chiamano e mi fanno: "Siamo interessati al tuo Cv. Vieni?"
Cerco lavoro e quindi, ecco, ci vado.
Entro e nessuno mi caga.
Avanzo e nessuno mi caga.
Forse sono troppo occupati a lavorare, mi dico.
e invece no.
Mi chiamano, faccio il colloquio, mi siedo e tutto il resto e, durante... nessuno mi caga.
Praticamente, il colloquio sembrava che lo facessi io a degli sconosciuti.
Anche perchè non solo non mi hanno detto quello che devo fare. Non mi hanno detto quello che avrebbero dovuto fare loro.
Inoltre, non mi hanno chiesto nemmeno quello che ho fatto.
L'unica cosa chè ho scoperto: se ci paghi, allora lavori.
Ma come? Già io non ho voglia di lavorare in generale, devo pure pagare per lavorare? Ma tu pare? Sarebbe come dire che non solo devo fare la prostituta, ma dare via il culo deve pure diventare il mio hobby?!
Guardo il signore e mi viene un dubbio: forse non ci siamo capiti. O forse non ho capito io. Non rispondo.
E fatto sta che io i soldi non glieli voglio dare.
E voglio vedere: già pago con difficoltà le tasse, le scarpe e persino le pizze che ho già mangiato, figuriamoci se poi devo pagare anche quello che NON compro!
Poi, punto due.
"Lei deve capire che il lavoro, uno deve crearselo..."
In che senso, scusi?
E me lo spiega. E a me mi viene voglia di sputare tre volte per terra, come in Russia, per scacciare il diavolo.
Io capisco che c'è crisi. Ma approfittarne è da bastardi!
Il tipo mi fa: tu devi procacciarci i clienti. Come fare? Vai dai più deboli, da quelli che non ce la fanno... i pensionati, no? Gli uomini cui le mogli hanno tolto i figli! Le badanti straniere senza permesso di soggiorno... praticamente, pensa: se tu riesci a trovare una persona che sai che pagherà male, allora... meglio!
Così noi gli diamo 1000 euro, gliene chiediamo 1170, no? Loro non ci pagano e noi aumentiamo! Non ci pagano? E noi, ancora!
Insisti a non pagare? E noi ti portiamo via la casa, la macchina, la radio, le cassette di cachi, quello che hai... e comunque ci guadagni, capisci?
E se prendi i disperati, allora ci guadagni anche tu!
Ok, a questo punto... quanto?
Boh, fa lui, un tot a cliente.
Ok, ma quanto?
Boh, un tot... tipo.. mille lire, no? Tu mi porti un cliente e io ti dò mille lire..
Lui, soddisfatto, mi tende la mano.
Ci guadagni tu e ci guadagno io, no?
Io la guardo e penso a Pertini: cosa devo fare, sputarci sopra o morderla?

domenica 9 gennaio 2011

Oh, ma avete mai cercato lavoro?
Nel senso. Non UN lavoro, ma IL lavoro.
Che fai?, dice.
Lavoro, signora.
Sì, ma che lavoro?
Eh, che lavoro? Il lavoro!

Sembra più difficile che camminare in un campo di ortiche senza mutande.
Uno ci prova, fa quello che può, ci crede, ma alla fine... il telefono è muto.
Io faccio anche le prove. A volte, prendo il cellulare e mi telefono.
A volte, chiedo a mia madre di telefonarmi per sapere se il telefono funziona.
Ma appena un attimo dopo, mia madre mi chiede: ma come stai?
Io subito: CLANG! Riattacco.
Sia mai che mentre sono al telefono con lei, loro mi chiamano e trovano occupato!
Mia madre mi detesta. Ho ancora dei rapporti con i miei solo perchè mi vedono deperire e ogni tanto mi invitano a mangiare.
Mi nutrono, ma non mi amano.

Va be'. Vado a scongiurare di solelvarli anche da questo incarico.
Buona giornata.
Grazie.
Si figuri.
Sempre gentilissimo, lei.
Ovviamente.
Certo.
grazie, ciao
Ciao.

(ma appena mi giro, sento un sibilo: ma vedi sto stro... e io: ma vattene aff...)

sabato 8 gennaio 2011

Uno ricapita per caso in certe parti, dopo tanto tempo. Come quando ci si ritrova a ripassare nei posti dove siamo stati anni e anni prima in vacanza.
Io ricordo esattamente un muro, appena entrati nella città di Pitigliano, che aveva un buco e una lucertola che ci camminava sopra.
Mi chiesi se ci aveva mai messo la lingua, in quel buco, quella lucertola.
Quando ci sono tornato, era diventato un buco più grosso e qualche mozzicone ci galleggiava dentro. Pioveva e io avevo i piedi bagnati e la maglietta mi pesava sulle spalle.
Ecco cosa. C'è qualcosa che ti viene, che ti prende, che non si sa che cosa sia, no?
Ma poi si sta lì e si guarda. Si guarda ogni cosa, si cerca di recuperare un qualche dettaglio che ci era sfuggito, che magari è cambiato e, solo il notarlo, lo fa sembrare un ricordo più vivido.

Il punto è che certe volte, quando uno ricapita in quei posti, in quelle situazioni, l'unica cosa che si avverte è il sapore amaro del tempo che è passato.
Non so, sarà che dalla mia finestra, sotto lo scuro e sotto la nebbia, la città sembra immersa in un barattolo di burro sciolto.
E tutto quello che provo è un'enorme stanchezza, per quello che non riesco a fare.