mercoledì 27 luglio 2011

L'attesa della camomilla

Aspettare che l'acqua si scaldi è come bere una birra sgasata.
Ti passa la voglia.
Il mio problema non è tanto legato alla camomilla ma al fatto che porto gli occhiali.
Quelli che non ci vedono bene, dipendono dalla vista più che dal palato.
Io guardo la pasta che si cuoce e non l'assaggio.
Mi fido del colore.
Lo faceva anche Picasso.
Il periodo rosa.
Io, salato.
L'ho letto in un libro, deve essere vero. L'autore l'hanno ritrovato sulle rive del Ticino che faceva la corte a uno scoglio. Ti pettino diversa, diceva, ma ti riconosco. Bellissima.
E giù a limonare duro come adolescenti che mangiano i panzerotti.
Fatto sta che io delego tutto alla vista.
L'altro giorno, incontro Federica Villani che mi fa: "Porti gli occhiali per moda o perché ci vedi male?"
Io non le ho creduto e le ho risposto: "Blu"
Non ha capito la mia risposta e mi ha rotto gli occhiali.
Fine della vista e delega ritirata.
Ora, mi ritrovo a mangiare solo pasta scotta.
"Non c'è nessunissimo problema", mi fa la Villani. Voleva essere invitata a cena. Si è tolta i suoi, di occhiali, ha sfilato le lenti con un colpo dello zoccolo, e ci ha messo le mie. Ma erano diverse: le mie quadrate, le sue rotonde.
"Non c'è nessunissimo problema", ha preso le mie lenti e le ha ficcate a forza dentro. Quindi, con dello scotch di carta ha tappato gli spazi nella montatura che rimanevano vuoti.
"Così provi intanto come stai con questa montatura; se poi ti trovi bene, mi chiami e io lo dico al mio amico che lavora al mercato ittico di CAMM; lui trafuga le lenti a contatto dagli occhi dei morti nel cimitero di Novara. Si trova bene, non si è mai lamentato nessuno; solo, le lacrime artificiali dei morti, quando le metti su, ti fanno vedere delle cose strane.
Cataratte"
"Bene, siamo a posto così" ed è andata via.
Sono due giorni che vomito: le lenti sono al contrario e cammino male.
Ma so che se dico alla Villani che non mi trovo bene, lei mi ride in faccia e mi costringe a passare tre giorni chiuso in cantina con il barista che fa i panini poveri del Giambellino. Io lo so che è un brav'uomo e lo fa per la famiglia, tuttavia non posso sopportare che per fare la bresaola si limi le ascelle.
"Ma è di qualità superiore e io non voglio sapere da dove viene", dice la Villani: "Mangia!"

L'uomo del bar adesso ha una bresaola di qualità superiore.
Io ho male a una coscia.

La mia ragazza non lo sa, che mi ha bresaolato la coscia. Pensa che sono andato al mare con la mia amante e che non ho messo la protezione solare sulle chele.
Io non le dico niente, perché sono convinto che se le dico la verità divento omosessuale.
Gli alieni non esistono, la bresaola non le piace.
Sono in un bel guaio!

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