venerdì 21 gennaio 2011

Telefonate

Quando si aspetta una telefonata, sembra di capire a fondo cosa provano i padri in sala parto.
Non è un'ansia, di più. Non è solo un'attesa carica di angoscia, è diverso.
Sembra di aspettare... l'uccisione del maiale.
Avete presente -tutti, ovvio... assassini da macelleria- dicevo, avete presente il pianto del bambino? Il maiale piange così.
Solo, che non si capisce bene che cazzo pianga a fare.
Scappa, no? E lui piange. Divincolati, mordi, fai quello che puoi.
Invece no.
Lui sta lì, immobile. Grufola appeso per i piedi.
Pure io.
Ma il mio coltello è il telefono.
Non suona, non vibra, non piango.
Bestemmio, proprio come il maiale.
Solo che il mio coltello è immobile.
E se suona... è mia madre.
"Vieni a mangiare?"
"No, mamma..."
"Ma mangi?"
"Sì, mamma"
"Sicuro?"
"Sì, mamma"
"Ma..."
tu tu tu tu tu tu
Essere scortesi non è bello.
Ma nemmeno essere maiali è bello.

Da quando cerco lavoro e aspetto una telefonata, non faccio tutte quelle cose che inibiscono le risposte.
Come è cambiato il mio comportamento.
In ordine:
non spengo più il telefono;
non faccio più la cacca;
non faccio più la doccia;
(veicolatori di telefonate)
vietato uscire;
(distrattore)
vietato andare in box;
(non prende)
vietato andare in posti dove c'è troppa musica;
la vibrazione mi mette ansia.
La sento anche quando non c'è niente.
E visto che tengo il telefono nella tasca dei jeans, ho sempre una mano sui coglioni.
La gente mi evita.
Sono turbato, molto.

Stanotte ho sognato che c'era gente che mi offriva lavori diversi.
Moltissimi.
Poche ore dappertutto.
Sottopagati.
E io accettavo.
Neppure nei sogni uno si libera dalla crisi.
Uno di questi lavori era raccogliere palline fecali di capra (esiste il termine fecale? Era merda, comunque) da mangiatoie di mucca.
Per l'igiene.
Io rispondevo: "Ma se stanno sempre con il muso nel fango, che cosa caz..."
"Stai zitto o..."
"Mi cacci?"
"No, mi devi lavare i piedi"
Son stato zitto e mi son messo giù a raccogliere.
Il fatto poi che sia arrivato Cesare Cesaroni, accaldato e vestito da maratoneta, e ci si sia buttato dentro, senza sapere delle capre... be', ad un certo punto, ridevo insieme a Claudio Amendola.
Non so come sia la dinamica dei sogni.
Ma loro ridevano.
Io pure.
Poi abbiamo cacciato Max Giusti dal sogno perché ci annoiava tremendamente, a me e Amendola.

Ah, oggi vado a un colloquio.
Laurea Master e esperienza pregressa.
Ho tutto.
Soprattutto una laurea e un Master.
Lavoro?
Magazzinaggio.
No work, no pain.
Senza lavoro non c'è pane.

1 commento:

chiara ha detto...

Bè che dire,
dalla citazione,
il magazzinaggio poi, magari, porta bene pure a te anche se non sei nato a Parma e una guida sulla città di Milano l'ha già fatta Aldo Nove...