sabato 8 gennaio 2011

Uno ricapita per caso in certe parti, dopo tanto tempo. Come quando ci si ritrova a ripassare nei posti dove siamo stati anni e anni prima in vacanza.
Io ricordo esattamente un muro, appena entrati nella città di Pitigliano, che aveva un buco e una lucertola che ci camminava sopra.
Mi chiesi se ci aveva mai messo la lingua, in quel buco, quella lucertola.
Quando ci sono tornato, era diventato un buco più grosso e qualche mozzicone ci galleggiava dentro. Pioveva e io avevo i piedi bagnati e la maglietta mi pesava sulle spalle.
Ecco cosa. C'è qualcosa che ti viene, che ti prende, che non si sa che cosa sia, no?
Ma poi si sta lì e si guarda. Si guarda ogni cosa, si cerca di recuperare un qualche dettaglio che ci era sfuggito, che magari è cambiato e, solo il notarlo, lo fa sembrare un ricordo più vivido.

Il punto è che certe volte, quando uno ricapita in quei posti, in quelle situazioni, l'unica cosa che si avverte è il sapore amaro del tempo che è passato.
Non so, sarà che dalla mia finestra, sotto lo scuro e sotto la nebbia, la città sembra immersa in un barattolo di burro sciolto.
E tutto quello che provo è un'enorme stanchezza, per quello che non riesco a fare.

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